“Bene comune” vuol direcoltivare una visionelungimirante, vuol direinvestire sul futuro, vuol direpreoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità. Vuol dire anteporre l’eredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future all’istinto primordiale di divorare tutto e subito.
“Lo Stato siamo noi, se nella Costituzione sapremo riconoscere un manifesto per il bene comune. Un manifesto già pronto: se vi stiamo ricorrendo cosí poco è perché ne stiamo dimenticando le origini, la forza e lo statuto supremo, al vertice dell’ordinamento.”
“In Italia stiamo costruendo un castello di carta finanziario basato sulla cartolarizzazione del debito.”
“L’individualismo batte l’altruismo all’interno di un gruppo, ma i gruppi altruistici battono i gruppi dominati dall’individualismo.”
Da un lato lo sguardo cortissimo di chi crede lecito qualsiasi uso e abuso del mondo che “ci appartiene”, dall’altro uno sguardolungimirante, la coscienza di aver ricevuto un’eredità e di doverla trasmettere, anzi migliorare.
I “beni comuni” (in senso patrimoniale) sono essenziali per il conseguimento del “bene comune” come valore.
“Il mercato non stabilisce né giustizia né eguaglianza né democrazia: al contrario, la ciecafede nel mercato ha eliminato dalla scena ogni dibattitopubblico sull’etica e sulla giustiziasociale, generando crescenti disuguaglianze.”
“Il degrado civile del Paese è firmato dalla destra, ma la sinistra ne condivide la responsabilità.”
La pesante anomalia italiana è che ci siamo abituati a indignarci di meno perché avremmo robusti motivi per indignarci di piú. Le disuguaglianze evidenziate dalla crisi economica sono in Italia piú gravi che altrove. In questo regno della prevaricazione e dell’ingiustizia, ignorare i diritti costituzionali del cittadino è diventata la regola: e ogni lamento viene soffocato in nome della conclamata “mancanza di risorse”, della crisi economica e dell’esorbitante debitopubblico. Si tace però che questo deficit si è formato nel tempo non tanto per pagare servizi ai cittadini, quanto perché governi d’ogni colore hanno pervicacemente protetto una gigantesca evasionefiscale.
Nel peculiare caso Italia, destra e sinistra sembrano essersi tacitamente accordate nell’identificare lo “sviluppo” col profitto dei pochi e non col bene di tutti.
“Forgiare idee e regole per il futuro richiede un tempo molto piú lungo dello spazio di una vita, anzi esige collaborazione non solo tra i vivi, ma anche tra i vivi, i morti e chi deve ancora nascere.”
“Lo spazio in cui viviamo (città e campagna) è prodotto dall’uomo perché è uno spaziosociale.”
“Il divorzio dalla realtà del Paese riguarda una gestione autoreferenziale del poterepolitico e delle istituzioni mirata non al bene comune, bensí alla perpetuazione del sistema e alla sopravvivenza di chi lo rappresenta.”
“Gravissimi gli effetti sull’ambiente di questa cieca invasione del territorio.”