“Il missionarioCristiano può predicare il vangelo al poveropaganonudo, ma i pagani spirituali che popolano l’Europa non hanno ancora sentito nulla del Cristianesimo.”
“Molti padri del deserto vissero a lungo, anche più di cent’anni. Abba Isaia fu uno di questi. Il giorno del suo centesimo anniversario lo venne a trovare un fratello molto più giovane che gli disse:- Sono venuto a felicitarmi con te, abba, per i tanti anni che hai vissuto. E spero proprio, l’anno prossimo, di festeggiare con te il tuo centunesimo compleanno.- Lo spero anch’io – gli rispose l’anziano – poiché la tua salute mi pare ottima.”
“Un giovane, fattosi monaco senza vocazione, decise una sera di fuggire dal convento. Calatosi dalla finestra della sua cella in piena notte, ebbe la fortuna di vedere un cammelliere vagare nei paraggi.- Presto, conducimi ad Alessandria! Ti pagherò bene! – gli fece salendo in groppa all’animale.Giunto finalmente in città, chiese al cammelliere:- Quanti denari ti debbo?Rispose il cammelliere:- Non mi devi niente. Ha già pagato abbondantemente il tuo priore.”
“Il nostro abate Serapione – fa un monaco a un confratello di un altro monastero – è talmente innamorato della parola di Dio, che lo assistono quarantamila angeli. Duemila lo assistono nella lettura, duemila nella meditazione, duemila nella contemplazione.- E gli altri trentaquattromila?- Lo aiutano ad andare nell’orto a lavorare.”
“Un igumeno andò a trovare un anziano:- Abba, come dev’essere un’omelia?- Un’omelia – gli rispose l’anziano – deve avere un buon inizio e una buona fine. E tu fa’ in modo che l’inizio e la fine siano il più vicini possibile.”
“I padri del deserto avevano la donna in grande sospetto. Ma è eccessivo parlare di misoginia assoluta. La loro arguzia li salvava da ogni eccesso. Disse un giorno abba Filarete: Le donne indovinano tutto e non sbagliano che quando riflettono.”
“I padri del deserto lavoravano molto. Ma talvolta qualcuno era un po’ pigro. Così un giorno il grande Daniele disse a un giovanemonaco che stava in ozio:- Mi raccomando, fratello: se vedi uno che riposa, aiutalo!”
“Due padri s’incontrarono in pieno deserto. Dopo essersi fatti le metanìe, uno disse all’altro:- Perdona la mia indiscrezione, fratello, ma tu, un tempo, non abitavi ad Antiochia?- Non sono mai stato ad Antiochia.- Neanch’io.- Allora deve trattarsi di due altri fratelli.”
“Sempre in Alessandria si raccontava questa storiella:- Sai come si salva un monaco che annega?- No.- Tanto meglio.”
“- Abba – chiese un giorno un monaco al grande Arsenio – perché permetti che arrivino al monastero tutte le notizie del mondo?- È il modo migliore – rispose abba Arsenio – perché ai monaci non venga desiderio di ritornarci…”
“Perché ami così poco i teologi? – chiese un giorno un monaco al santoabate Serapis.- Perché se sapessero dove si trova ciò che cercano, non cercherebbero.”
“Un giovane novizio confessò un giorno ad abba Poemen:- Sono deluso, abba; credevo che tutti i monaci fossero sinceri e invece…Gli sorrise abba Poemen:- Tutti i monaci sono sinceri. Cambiano di sincerità, ecco tutto…”
“- Dove posso trovare abba Staziano? – chiese un viandante a un monaco di Celle.Questi rispose:- È nel recinto dei maiali. Lo riconoscerai perché ha un cappello in testa.”
“Alcuni padri raccontarono a un anziano che uno di loro, spintosi troppo a sud nel deserto di Scete, era stato divorato da una tribù cannibale. L’anziano, per consolare la loro mestizia, rifletté:- Se non altro, con lui quei poveri selvaggi hanno assaporato per la prima volta il gusto della nostra religione…”
“I santipadri del deserto erano talmente odiati dagli abitanti di Alessandria, che vivevano nei vizi e nella corruzione, che a quei tempi circolava in città questa battuta:- Se vedi un monaco che sta affogando nel Nilo, che cosa gli lanci?- Un’ancora.”