Un signore si rallegrava col comandante d'un veliero per il coraggio con cui abitualmente affrontava le insidie del mare.- "È il mestiere di famiglia", rispose modestamente il capitano,- "Suo nonno com'è morto?" domandò l'uomo di terra.- "In un naufragio."- "E suo padre?"- "È finito a picco."- "E lei continua a navigare?"- "Certamente. Adesso risponda lei. Suo nonno com'è morto?"- "Nel suo letto."- "E suo padre?"- "Anche."- "E lei tutte le notti continua ad andare a dormire?".
C'era una volta un matematico che chiese a un barcaiolo di portarlo dall'altra parte del lago. Per attaccar bottone, domandò all'altro che remava:- "Sai tu la matematica?"- "No - arrossì il barcaiolo - non sono mai andato a scuola."- "Che peccato, metà della tua vita è andata perduta".Giunti in mezzo al lago, si scatenò un furioso temporale e le onde paurosamente ingrossate rovesciarono la barca.- "Sai nuotare?" domandò il barcaiolo.- "No" - gemette l'altro.- "Peccato. Tutta la tua vita è perduta".
Un mercante arabo che aveva perduto mille denari disse a suo figlio: "Tieni per te questa triste notizia." "Padre - replicò il giovanotto - ti obbedirò, purché tu mi spieghi per qual motivo dobbiamo tacere la nostra sventura." "Affinché non ce ne siano due: la perdita del denaro e la gioia maligna dei vicini".
“Il termine 'dottore' è così inflazionato che non lo usano nemmeno più i custodi dei parcheggi.”
L'editore di Hemingway, letto un suo manoscritto, pur ammirando la forza dello stile, restò negativamente colpito dalla frequenza della parola "fottere" e provò a telefonargli, per fargli modificare quell'espressione. Per contratto, infatti, nessun cambiamento poteva apportare ai suoi romanzi, senza il suo consenso. Fece il numero, ma lo scrittore non era in casa. "Lo chiamerò domani" pensò l'editore. E prima di uscire dall'ufficio, scrisse sull'agenda il seguente promemoria: "Ricordarsi di 'fottere'." La segretaria, quando rientrò al pomeriggio, vide l'appunto ed esclamò con un sospiro: "Anche questo devo ricordargli!".
Un giorno, mentre stava piantando la vigna, Noè vide apparirgli il diavolo che si offrì di aiutarlo e sgozzò un agnello, col sangue del quale bagnò la zolla. "Questo significa - spiegò l’infernale aiutante - che chi berrà il vino con moderazione sarà mite come un agnello". Poi prese un leone, lo sgozzò e col suo sangue irrorò un’altra zolla. "Ciò vuol dire che chi ne berrà un po’ di più, si sentirà forte e audace come il re della foresta". Infine uccise un maiale, terza irrorazione e terza profezia del diavolo: "Chi berrà senza alcun freno, si rotolerà nel fango come un maiale".
“Una lingua che non si evolve e rifiuta ogni apporto esterno, è una linguamorta. Ma se si evolve e cambia troppo rapidamente, accettando dall’estero tutto, brillanti e spazzatura, rischia di perdere la sua individualità, e di morire per altra via.”
“Mai disperarsi, perché la disperazione anticipa la morte.”
“In materia di etimologia, mai fidarsi dell’orecchio. Meglio tagliarselo. Se salone è l’accrescitivo di sala, ciò non vuol dire che mattone derivi da matto, bottone da botte, burrone da burro. Rubinetto non è un rubino piccolo (anche se Dante lo adopera in tal senso), il brigantino non è un brigante in tenera età, la focaccia non va scambiata per una foca di facili costumi.”
“Se possiedi le parole, possiedi le cose.”
“Chi rimpiange la vecchia civiltà contadina, non l'ha mai conosciuta da vicino.”
“Tamerlano, il crudelesovrano turco dell'Asia centrale nel secolo XIV, tentati invano dieci assalti all'assediata e imprendibile città di Baalbeck, nell'attuale Libano, si ritirò scoraggiato nei suoi accampamenti. Non voleva più combattere. Ma la sera, durante il bivacco, osservò una formica che si accaniva a trascinare un chicco di frumento verso il suo nido. Dieci volte fallì. L'undicesima vi riuscì. Allora Tamerlano ritornò sui suoi passi ed espugnò Baalbeck.”
“Un pedante molto migliore della sua fama fu Basilio Puoti, letterato napoletano, che aprì a sue spese, nella sua città, una scuola gratuita. Ma più che per questa benemerenza, è ricordato per la sua intransigenza in fatto di purità della lingua, che ne ha fatto il prototipo dei pedanti. Si racconta che, mentre alcuni amici si lamentavano per le dure condizioni di vita della città sotto i Borboni, egli commentasse: ‘Credete a me, le cose vanno male a Napoli perché da noi non si conosce bene l'uso dei participi.’ Probabilmente è un aneddoto inventato, ma gli assomiglia parecchio. Un'altra volta un suo amico, per fargli uno scherzo, andò a bussare alla sua porta nel cuor della notte. Basilio si svegliò, si affacciò alla finestra e domandò che cosa volesse da lui, a quell'ora. ‘Vorrei che tu ti alzi’ gridò l'amico. ‘Disgraziato’ ribatté il Puoti, fuori di sé ‘devi dire che tu ti alzassi, che tu ti alzassi’. La violazione della sintassi l'aveva imbestialito più della violazione del sonno.”
“Le famiglie delle parole assomigliano a quelle degli uomini. Alcune hanno origini illustri, altre hanno perduto il capostipite nella nebbia dei tempi, e c’è sempre la pecora nera che si guasta con le cattive compagnie.”
“Vocabolario. Assieme all’elenco telefonico, è il più democratico dei libri. Nessun culto della personalità. Tutte le parole, poetiche e tecnologiche, umili e dotte, arcaiche e ultramoderne vi figurano in rigoroso ordine alfabetico, accettando come in autobus il posto assegnato dal caso.”