“Non so, figlia mia, dove vanno le persone che muoiono, ma so dove restano.”
“Solo quando vengono a mancare, ci accorgiamo di quanto erano piantate nelle nostre vite persone e cose.”
“Forse è quella la cosa che fa più spavento: perdere qualcosa e non preoccuparsene.”
“La morte non è la più grande perdita nella vita. La più grande perdita è ciò che muore dentro di noi mentre stiamo vivendo.”
“Ci hanno evacuato così in fretta... non ho nemmeno una sua foto.”
Le cose assumono contorni indefiniti (tanto ci sarebbe da dire sulla tua poetica dell’indefinito spesso ridotta a uno stratagemma estetico) e quindi vibrano, come accade con le stelle, per te sempre “vaghe”, cioè belle perché distanti. In un attimo si potrebbe perderle, e in quello stesso attimo si comincia a desiderarle, a immaginarle, a progettare come raggiungerle, a sperare. Ogni cosa per te è contemporaneamente anche la sua possibileperdita.