Un giorno abba Isarco fece questa osservazione:“Per chi crede, non esistono questioni. Per chi non crede, non esistono risposte”.
Un anziano disse questa verità: “Quanti uomini sanno tutto ma non capiscono nulla. Alcuni pochi, invece, non sanno nulla ma capiscono tutto”.
Vedendo quanto pochi frutti gli avevano dato i molti studi fatti da giovane ad Alessandria, abba Ermete disse: “Se nasco un’altra volta, studio da ignorante anch’io”.
“Abba Filarete era a capo di un monastero di uomini molto semplici. Un giorno, per spronarli, disse loro:- Non siate mai contenti di voi stessi. Ricordate che il Signore ci ha dato delle braccia tali da non poterci mai dare delle pacche sulle nostre spalle!”
Disse un anziano delle Celle: “L’uomo fa le regole per gli altri e le eccezioni per sé”.
“Un giovane, entrato da poco in un cenobio, vide un giorno l’igumeno che, chino davanti alla sua cella, si sfangava le calzature.- Abba - disse – tu ti sfanghi le calzature?Rispose l’abate:- Dal momento che sono igumeno non posso sfangare quelle degli altri.”
“Nel IV secolo, la Persia fu teatro di una violenta persecuzione contro i cristiani e specialmente contro i monaci. Durante la persecuzione, un monaco si presenta in Paradiso. San Pietro gli dà il benvenuto e gli chiede:- Per quanti anni sei stato monaco?- Anni? Sono stato ordinato monaco cinque minuti fa.”
“Due monaci rientrano di notte al monastero quando notano nell’oscurità due uomini dall’aria losca.Dice un monaco all’altro:- Filiamocela, fratello! Noi siamo soli e, loro, sono in due!”
“Nel monastero di Gabala, il nuovo igumeno stabilì che i novizi dovessero fare il bagno una volta al mese. L’anziano Ermione, saputa la novità, disse:- Ai miei tempi la gente non era così sudicia.”
“Abba Isaia visse in una tale povertà che alla sua morte un fratellochiese:- Di che è morto?Al che un anziano rispose:- Non lo so. E non so neppure di che cosa è vissuto.”
“Contro le tentazioni – spiegò un giorno un monaco a un fratello – io mi comporto come fa la volpe: cerco di essere più astuto di loro.- Io invece, come il porcospino: semplicemente, me ne difendo.”
Un anziano disse: “Per un monaco, il lavoro è cosa bella. Per questo deve lasciarne sempre un po’ per il giorno dopo…”.
“Un monacochiese a un altro come mai il gallo del monastero cantasse così presto all’alba. - Coglie al volo l’occasione per farsi udire. Dopo, è troppo tardi: le galline si svegliano.”
“In un cenobio, un giovanemonaco trovò un giorno, durante il pasto serale in comune, una cavalletta nella zuppa.- Me la puoi cambiare? – chiese al fratello di cucina.- Proverò – rispose costui – ma in questa stagione le cavallette sono rare…”
Abba Macario, affinché i suoi monaci non prendessero mai medicinali, diceva loro: “Se prendete delle polveri contro il raffreddore, dovrete poi prendere delle pillole per il mal di stomaco, causato dalle polveri; poi degli unguenti contro l’orticaria, causata dalle pillole; poi dei calmanti contro le bruciature, causate dagli unguenti; poi…”.Abba Macario morì a centoventi anni, sotto una quercia al calar del sole.