“Si fermò sulla pittura, prese ad occuparsene e ripose in essa quella insoddisfatta riserva di desideri che reclamava d’essere appagata.”
“Il partito liberale diceva, o meglio faceva intendere, che la religione era soltanto un freno per la parte incolta della popolazione, e in realtà Stepan Arkad’ic non poteva sopportare, senza che gli dolessero le gambe, neppure il più piccolo Te Deum, e non poteva capire che senso avessero tutte quelle tremende altisonanti parole sull’altro mondo, quando anche in questo era così piacevole vivere. Inoltre a Stepan Arkad’ic, che amava gli scherzi ameni, faceva piacere turbare talvolta qualche pacifico essere col dire, che se ci si vuole inorgoglire della razza, non conviene fermarsi a Rjurik.”
Era come se tutte queste impronte di vita lo afferrassero e gli dicessero: “No, non ti libererai di noi e non sarai un altro; ma sarai così come sei sempre stato, con tutti i tuoi dubbi e con quell’eterno scontento di te, con gli inutili tentativi di ripresa e con le ricadute, con quell’eternaansia di felicità che non ti è data e che per te è impossibile”. Ma questo lo dicevano le sue cose, mentre un’altra voce nell’animo suo diceva che non ci si doveva sottomettere al passato e che di se stessi si poteva fare tutto.
“La lotta per l’esistenza e l’odio sono le uniche cose che leghino gli uomini.”
“Tutti i più svariati partiti del mondo dell’intelligencija, tanto ostili prima, si sono fusi in una sola cosa. Ogni dissenso è finito, tutti gli organi pubblici dicono sempre la stessa cosa, tutti hanno sentito la forzanaturale che li ha afferrati e li porta in una stessa direzione. – Ma sono i giornali che dicono tutti la stessa cosa – disse il principe. – È vero. Tutti la stessa cosa, proprio come ranocchie prima del temporale. E proprio per causa loro non si può sentir nulla.”
“Stepan Arkad’ic sorrise. Conosceva bene il sentimento di Levin; sapeva che per lui tutte le ragazze del mondo si dividevano in due categorie: nella prima c’erano tutte le ragazze di questo mondo tranne lei, e queste ragazze avevano tutte le debolezze umane ed erano esseri molto comuni; nella seconda, c’era lei sola e non aveva nessuna debolezza, ed era superiore ad ogni cosa umana.”
“Quando si vuol bene, si vuol bene a tutta la persona così com’è, e non come si vuole che sia.”
“Tante volte, scavando nell’anima nostra, ne facciamo venir fuori qualcosa che sarebbe rimasto inosservato.”
“Perché viaggio? – ripeté lui, guardandola dritto negli occhi. – Voi sapete che io viaggio per essere dove siete voi – disse – e non posso fare altrimenti.”
“Solo agli esseri intransitivi e incolpevoli, a coloro che non muoiono la vita ma la vivono, potrà spettare il più paradossale e insieme il più «naturale» dei privilegi: quello di non vivere la propria morte, ma di morirla – di morire di una morte giusta e gratuita, cioè istantanea e incosciente.”
“Non può essere che la vita sia così assurda, così schifosa. E se anche è tanto assurda e schifosa, perché morire, e morire soffrendo? C'è qualcosa che non torna.”
“Dite che io non sono libero. Ma io ho alzato e ho abbassato un braccio. E chiunque capisce che questa risposta illogica è un'incontrovertibile dimostrazione della mia libertà.”
“Era allegra perché c’era una persona che l’ammirava (l’ammirazione entusiastica degli altri era quel grasso alle ruote, indispensabile perché la macchina della sua vita si movesse del tutto liberamente).”
“Se le persone viziose sono tutte quante collegate tra loro e appunto perciò costituiscono una forza, allora basterà che le persone oneste facciano anche loro altrettanto. È così semplice.”
“Non basta che io sappia tutto quello che passa dentro di me; bisogna che lo sappiano anche gli altri.”