“I detenuti, quando gli si chiede qual è il momento peggiore, rispondono unanimi: la mattina, quando ci si sveglia. Ogni volta ci si accorge di nuovo di dove si è.”
“Il capitalismo globalizzato contemporaneo, lungi dall’esportare democrazia attraverso l’espansione dei mercati, importa autoritarismo dentro le patrie della democrazia.”
“Il momento in cui si entra in galera è sempre orribile; ma il giorno in cui se ne esce è doloroso. È difficile pensare a quelli che aspettano perché il pensiero di quelli che si lasciano dentro è forte. Si esce dal carcere con lo sguardo rivolto all'indietro.”
“Quando sei sopravvissuto, il resto di vita può essere pieno di esperienze, viaggi, luoghi mai visti, amori nuovi, e soprattutto luoghi rivisti, affetti ritrovati, perché niente commuove più di ciò che era tuo e hai creduto e temuto di non rivedere mai più. Ma il resto di vita, per pieno che sia, conserva un distacco, una scissione. Fai le cose, ma ti guardi farle, da quel punto in cui sembrava finita. Te ne difendi con l’ironia, per non rischiare di commuoverti di continuo, e per vietarti di spiegare al tuo prossimo come tutto ti sia sorprendente, e quello che lui sente a te arriva come un’eco.”
“I ricchi, anche quando hanno le migliori intenzioni, non riescono mai a non farti pesare la loro inferiorità.”
“La «domandina» è la regina di questo regno carcerario: uno grida «voglio morire», o «voglio una donna», e l'altro gli risponde «fai domandina».”
“Dunque, si è proclamato a parole che il carcere è un luogo di rieducazione, di ricostruzione delle condizioni di un ritorno alla normale convivenza sociale. Si è fatto anche qualche passo in questa direzione: pochi passi, ed esitanti, e seguiti spesso da precipitose ritirate. Tutti sanno che, altro che di rieducazione, il carcere è una scuola di avviamento e perfezionamento alla delinquenza.”
“In carcere non si va da nessuna parte. Non si cammina: si fa del moto, un moto senza luogo, un moto perpetuo e astratto, una ginnastica per il giorno in cui si ricomincerà a camminare, liberi di andare in un posto o in un altro, o di star fermi.”
“Se si considerrà il fine de’ nobili e degli ignobili, si vedrà in quelli desiderio grande di dominare, ed in questi solo desiderio di non essere dominati; e, per conseguente, maggiore volontà di vivereliberi, potendo meno sperare di usurparla che non possono i grandi.”
“Se il fine è la sicurezza e la preservazione dello stato, la libertà e l’equilibrio fra i cittadini, la vita pubblica ricca e la privata povera, il bene comune (sono termini suoi), allora anche i mezzi cattivi possono essere presi, perché nel caso contrario i mezzi buoni sono cattivi.”
“Nelle cose umane si debbe considerare dove sono meno inconvenienti, e pigliare quello per migliore partito, perché tutto netto, tutto sanza sospetto non si truova mai.”
“A me piace la parolariparazione, vale per le colpe e le suole delle scarpe, e contro la rottamazione e l’usa e getta. Porre rimedio, mettere riparo prima, se si può, e riparare poi.”
“Quando c’erano le idealità a nobilitare le carriere, la selezione si teneva ancora in bilico fra meriti e affari, poi sono rimasti nudi gli affari, e finalmente gli affari si sono sventolati come ideali.”
“Gli uomini non sanno uscire dalla propria inclinazionenaturale come si esce da un abito, e per di più stentano a persuadersi che il modo di procedere che fino a ieri andava bene ora non vada più.”
“Convienci per tanto, secondo che a me pare, a volere che ci sieno perdonati gli errorivecchi, farne de’ nuovi, raddoppiando i mali, e le arsioni e le ruberie multiplicando, e ingegnarsi a questo avere di molti compagni, perché dove molti errano niuno si gastiga, e i falli piccoli si puniscono, i grandi e gravi si premiano; e quando molti patiscono pochi cercano di vendicarsi, perché le ingiurie universali con più pazienza che le particulari si sopportono.”