“Le donne non sono altro che organi genitali articolati e dotati della facoltà di spendere tutto il denaro che uno possiede.”
“La gente ha bisogno delle difficoltà - un po' di frustrazione per affinare lo spirito, rafforzarlo. Gli artisti lo fanno; non voglio dire che hai bisogno di andare a vivere in una topaia o in un solaio, ma devi imparare ad essereforte, resistente. Solo i vegetali sono sempre felici.”
“Dopo tutto, dico io, i soldi non hanno alcun valore; quello che conta è il modo in cui li spendi.”
È mia ambizione di essere, quanto semplice cittadino, cancellato, soppresso dalla storia, senza lasciare su di essa nessuna traccia, alcun cascame, niente altro che alcuni volumi stampati. Mio scopo è che il riepilogo e il racconto della mia vita siano racchiusi in una frase che sia anche il mio epitaffio: "Ha scritto dei libri ed è morto".
“Degli uominicattivi puoi fidarti. Quelli almeno non cambiano.”
“Lo scrittore è responsabile unicamente verso la propria arte. Se è davvero bravo nel fare il suo mestiere, sarà spietato. Ha un sogno che lo angoscia a tal punto da volersene disfarsene e non trova pace finché non ci riesce.”
“E' uno dei privilegi dello scrittore quello di potereaiutare gli uomini a resistere dando sollievo ai loro cuori.”
“Non pensare che sappia quali sono i tuoi film. Sei tu a girare quelli di Mickey Mouse?”
“Sono stufo di tutti quelli che cianciano su quello che farebbero se fossero liberi dal giogo di Hollywood. Non farebbero niente in realtà. Non è colpa del film, ma dei soldi: uno scrittore non ci è abituato, gli vanno subito alla testa e lo distruggono.”
“Se stai salendo su una scala ad Hollywood, stai attento, potrebbero accoltellarti.”
“Aveva non solo imparato la differenza tra uomini bianchi e uomini neri, ma stava imparando che c’era una differenza tra uomini bianchi e uomini bianchi [...]. Egli aveva cominciato a capirlo senza esserne però ancora consapevole. Pensava ancora che dipendesse solo da dove e come venivi al mondo; se eri fortunato o sfortunato; e che i fortunati erano ancor più lenti e riluttanti degli sfortunati a trarne vantaggio o credito, o a sentire che tale condizione desse loro alcunché di più della mera fortuna; e pensava ancora che semmai avrebbero avuto per gli sfortunati un senso di maggiore tenerezza di quanto gli sfortunati ne avrebbero mai dovuto provare per loro.”
Tu vieni al mondo e tenti e non sai perché, solo continui a tentare e vieni al mondo insieme a un mucchio di altre persone, tutta aggrovigliata a loro, come loro tentando, dovendo muovere braccia e gambe con cordicelle, solo che le stesse cordicelle sono legate a tutte le altre braccia e gambe e gli altri tentano tutti quanti e neanche loro sanno perché, tranne che le cordicelle s’impicciano tutte a vicenda, come sarebbe a dire cinque o sei persone tutte intente a cercare di fare una stuoia sullo stesso telaio, solo che ciascuna vuol tessere la stuoia secondo il proprio disegno; e non può avere importanza, lo sapete, sennò Coloro i quali impiantarono il telaio avrebbero predisposto le cose un po’ meglio, eppure deve avere importanza purché tu seguiti a tentare o a dover continuare a tentare e poi tutt’a un tratto è finita e tutto quel che ti rimane è un blocco di pietra con qualche scalfittura sopra, purché ci sia stato qualcuno a ricordarsi di far scalfire e collocare il marmo, o che ne abbia avuto il tempo, e ci piove sopra e il sole ci splende, e dopo un po’ non si ricordano neppure il nome e quello che le scalfitture tentavano di dire, e non ha importanza. E così forse se tu potessi andare da qualcuno… e dargli qualcosa – un pezzo di carta – qualcosa, qualunque cosa, non certo perché abbia un significato in sé e gli altri non debbono neppure leggerlo o tenerlo, nemmeno preoccuparsi di buttarlo via o distruggerlo, almeno sarebbe qualcosa giusto perché sarebbe accaduto, sarebbe ricordato quand’anche solo passando da una mano all’altra, da una mente all’altra, e sarebbe almeno una scalfittura, qualcosa, qualcosa da poter lasciare un segno su qualcosa che “fu” una volta per il motivo che può morire un giorno, mentre il blocco di pietra non può essere “è” perché non può mai diventare “fu” perché non può mai morire…
Nel contatto della carne c’è qualcosa che abroga, taglia netto e diritto per le tortuose vie intricate dell’ordinamento decoroso, e nemici e amanti lo conoscono bene questo qualcosa perché esso li fa tali; - contatto, sì, contatto di quella che è la cittadella intima dell’ “Io sono” centrale, privato…
“Lui non era posseduto da nessuno e niente al mondo, non lo era mai stato, non lo sarebbe mai stato,[...]. Perché lui non era inserito in questo mondo. Era un’ombra ambulante. Era l’abbacinata immagine da pipistrello del suo tormento, proiettata in alto dalla feroce lanterna demoniaca di sotto la crosta terrestre…”
“Il suo guaio era l’innocenza. Tutt’a un tratto egli scoprì non già quel che voleva fare ma quel che doveva fare, e doveva farlo volente o nolente, perché se non lo faceva sapeva che non avrebbe mai più potuto vivere con se stesso per il resto della sua vita, vivere con quanto tutti gli uomini e le donnemorti per fare lui gli avevano lasciato dentro affinché lui a sua volta lo tramandasse, con tutti i morti in attesa e intenti a scrutare se lo faceva bene…”