“Un monaco disse ad abba Pambo:- È bello esseremonaco. Posso dare una quantità di consigli…L’uomo di Dio lo interruppe:- Bada che chi dà consigli senza accompagnarli con esempi è come quei pali che, nel deserto, indicano le piste senza percorrerle.”
Due saggimonaci discutevano. “Disse il primo: non è possibile, contemporaneamente, essere ed essere stato”.Rispose il secondo: “Perché no? Uno può essere stato uno stolto e continuare ad esserlo”.
Un fratellochiese un giorno a un anziano:- Che cosa vuol dire in verità: “Non nominare il nome di Dio invano?”- Che non si deve bestemmiare senza ragione.
“Chiesero un giorno a un anziano:- Perché, abba, quando il tuo compagno di cella salmodia, tu ti metti sempre alla finestra?Rispose:- Perché non voglio si pensi che lo sto torturando…”
“Sono disgustato dei libri d’oggi” – si sfogò il vescovo Epifanio con un santomonaco. Costui gli rispose: “Le cose andrebbero meglio se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero”.
Nell’avvicinarsi a un santo cenobio, un anziano avvertì il fratello: “Chi entra in casa altrui lascia i suoi difetti alla porta”.
“- Dovresti digiunare di meno – disse un padre a un anziano.- Eppure ho ottant’anni e sto benissimo – rispose l’anziano.- Se digiunassi di meno avresti novant’anni.”
“Disse un monaco a un fratello:- L’infinità di Dio è tale che mi spaventa.Ebbe questa risposta:- È bene. Così non cercherai di misurarla.”
“In un cenobio, un anziano spiegava le Scritture. A un tratto notò che un fratello stava dormendo.- Continuerò – disse – quando il fratello si sarà svegliato.Un padre commentò:- Io penso che il fratello si sveglierà, quando tu avrai finito.”
“Mentre era in viaggio per Smirne, abba Callisto smarrì la strada. Dalla solitudine più assoluta spuntò a un tratto un viandante, e abba Callisto se ne rallegrò molto.- Scusafratello – gli chiese – sai indicarmi la strada per Smirne?- Ma se tutti gli asini lo sanno! – rispose costui, sgarbato.- Appunto per questo l’ho chiesto a te…”
“- Abba, sono in continuo contrasto con i miei doveri.- Fratello, se disputi con i tuoi doveri, sei sul punto di violarli.”
“I santipadri del deserto erano talmente odiati dagli abitanti di Alessandria, che vivevano nei vizi e nella corruzione, che a quei tempi circolava in città questa battuta:- Se vedi un monaco che sta affogando nel Nilo, che cosa gli lanci?- Un’ancora.”
Scrisse abba Agilulfo: “C’è un ugual numero di stolti a Roma e a Bisanzio. Ma gli stolti romani sono stolti e basta, quelli bizantini sono stolti che ragionano”.
“Il sole, nel deserto, è allo zenit e picchia come un martello. Un monaco che fa ritorno al monastero a bordo d’asino, vede un cane che gli esclama:- Il Signore sia con te!- E con il tuo spirito – risponde il monaco. Poi a voce alta commenta:- Ma guarda un po’ non avevo mai udito un cane parlare.- Davvero! – dice l’asino. – Ogni giorno se ne sentono delle nuove…”
“Un giovane del mondo volle farsi monaco. Giunto a Scete, in uno dei monasteri più poveri ed austeri, un anziano lo condusse alla sua cella:- Naturalmente dovrai farti il letto…- Certo, abba.- Allora eccoti quattro assi, un martello e dei chiodi.”