Ho deciso che le parolacce non le dico più. Dico solo diamine, acciderba, ammappalo e, quando mi girano un po’: “Non farmi girare i mumbastic” e “Vaffa”. Vaffa lo dico perché non se ne può fare a meno, è come il telefonino, non esco mai senza.
I malesseri, i maschi, li sfondano. Trentanove di febbre e vedono già i ragni giganti camminare sulle pareti, sentono le voci dei profeti. Due linee di febbre e ritornano indietro di quarant’anni, e vogliono la mamma. Si spiaggiano sul divano e ogni tanto: “Ehhhhh...”. Emettono un lamento come se stessero tirando le cuoia, con l’occhio che dice: “Chiama il prete”. Deboli come Violetta nella Traviata un attimo prima che la tubercolosi se la porti via.
“C'è un tempo per ridere e un tempo per piangere. Un tempo per gioire e un tempo per soffrire. Un tempo per restare e un tempo per partire. Ma un tempo massimo per restare incinte. Dopo di che... ciao.”
“A me piacerebbe rinascereuomo solo per provare a fare la pipì in piedi. Berrei delle damigiane di Rocchetta e poi alé! Plin plin plon plon plan plan in continuazione. Sai che bello essere come voi maschi che potete scrivere il vostro nome sulla neve? Pensa che meraviglia: Lucianaaaaaaa... Littizzettoooooo... che se non c’è un campo di neve abbastanza grande devo andare a capo. E se mi reincarnassi in una bestia? Io ogni tanto ci penso. No perché noi magari ci sbattiamo, ci roviniamo la vita, ci facciamo un mazzo quadro, poi crepiamo e ci reincarniamo in un tafano. Bella sfiga. Metti che prima tu sei Naomi Campbell e poi trac mi ritorni in vita come una tenia. Secondo me la prendi male.”
“Non c'è mai la tua misura. Mai. Con le taglie dei saldi, questo è un dogma assoluto, si possono vestire soltanto donne cannone, uomini Frankenstein e nani di Twin Peaks.”
“I saldisti doc son quelli che per mesi, mansueti, aspettano. Sicuri, con la calma quieta dei killer fanno la posta all'oggetto desiderato e poi, allo scattare dell'ora X, si avventano su di lui famelici come barracuda.”
“Son convinta che l'attitudine al saldo sia una dotenaturale, come la calvizie o il naso a spillo.”
“Voi maschi non sapete cosa sia il romanticismo. Siete romantici come rospi del pantano. Noi abbiamo bisogno di coccole verbali. Abbiamo bisogno che il nostro maragià ci dica parole d’amore, dannazione. Siete empatici come le lontre impagliate.”
“Se [...] indossi spensierata il perizoma, tu sei una donna rovinata, figlia mia. Sei una femmina finita che passerà tutta la giornata a disincastrarsi la filura.”
“Io quasi quasi mi faccio liposucchiare. Qui sui fianchi. Chissà cosa non viene fuori. Minimo minimo tre crème brulé, otto porzioni di tiramisù e una faraona con noci intera. Per coscia ovviamente.”
“Adesso, per essere politically correct, le donne piatte si chiameranno portatrici sane di capezzoli.”
“Sai qual è la tua più grande fortuna? Che io non sopporto il fallimento.”
“L'amoreeterno ce l'hanno raccontato i poeti, ma quando la vitamedia era di trenta anni. Adesso che campiamo ben oltre i settanta, abbiamo un esubero di quaranta.”
“Pippo tu dici che vuoi sempre rinnovare, rinnovare, rinnovare. E levati dalle palle, no?”
“È inutile dire che noi donne ci rifacciamo per piacere di più a noi stesse. Non è vero. Noi per piacere di più a noi stesse ci facciamo la carbonara, ci mangiamo dei gelati che ci cola tutto il pistacchio fin sotto il gomito...”