“Si capisce bene cos'è una scuola quando la viviamo come se fosse il luogo dove si entra competitivi e, dopo aver lavorato e studiato insieme, si esce rispettosi degli altri e tolleranti.”
“Ecco i principi alternativi a quelli della scuola autoritaria di classe: le attività motivate dall’interesse invece che dal voto, la collaborazione al posto della competizione, il ricupero invece della selezione, l’atteggiamentocritico invece della ricezione passiva, la norma che nasce dal basso come esigenza comunitaria invece dell’imposizione della disciplina fondata sul timore.”
“Io considero la classe come un solo alunno spersonalizzato e invece la classe è formata da tante personalità e ognuno è profondamente diverso e ha bisogno di cure specifiche.”
“Sarebbe importante la collaborazione fra maestri e genitori per favorire una educazione profonda che liberi i bambini dall’insincerità e, più tardi, dal conformismo.”
“Condizione prima per una non illusoria attivizzazione della scuola è quello di stabilire un contatto diretto e permanente con il mondo del bambino.”
“La scuola la vorrei senza pagelle e con tante cordiali chiacchierate coi genitori, perché, alla fine, invece di una bella pagella, si abbia un bel ragazzo, cioè un ragazzo libero, sincero, migliore comunque.”
“I programmi, come le leggi, come ogni codificazione, devono venire dal basso, devono cioè essere fondati su una realtàdinamica.”
“La scuola è una piccola società di scolari, obbligati a vivere insieme per diversi anni.”
“Bisogna opporre all’atteggiamento negativo dell’adulto, che considera gli scarabocchi e i primi tentativi del fanciullo come cose di nessuna importanza, l’incoraggiamento di educatori consapevoli delle capacità creative del fanciullo, e perciò di dare fiducia al bambino, di criticare sempre in maniera incoraggiante.”
“Insegnare a parlare significa insegnare a pensare.”
“Il bambino lo vedo nei mille complessi atteggiamenti della vita nella classe e fuori della classe, dinamico, rumoroso, pensoso, vivo; ma da questi atteggiamenti una cifra, anche approssimativa, non viene: potrebbe venire una musica o un colore, un numero assolutamente no. ”
“La scuola non deve soltanto istruire, ma anche e soprattutto educare.”
“Il bambino impara a parlare senza analizzare i suoni, imitando prima le parole in approssimazione, definendole poi, ma cogliendo nel vasto vocabolario dei grandi, per il proprio uso, solo quelle che rientrano nella sua esperienza.”
“Un programma buono non può essere dato, ma solo indicato e deve tener conto non di un sapere nozionistico da ripartire, ma di ciò che è il bambino e di ciò che vede e capisce e ama. Ma fare questo significa far saltare tutti i piani prestabiliti, l’orario, la dittatura del maestro nella classe, il metodo d’insegnamento.”