“Noi uomini siam in generale fatti così: ci rivoltiamo sdegnati e furiosi contro i mali mezzani e ci curviamo in silenzio sotto gli estremi; sopportiamo, non rassegnati ma stupidi, il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato insopportabile.”
“O rimettete in onore l'astrologia, o bandite dal linguaggio i vocaboli: influsso, ascendente, disastro, e altri derivati dalla stessa fonte.”
“Il delitto è un padrone rigido e inflessibile, contro cui non divien forte se non chi se ne ribella interamente.”
“A giudicare per induzione e senza la necessaria congiunzione dei fatti, si fa alle volte gran torto anche ai birbanti.”
“Una delle più grandiconsolazioni di questa vita è l'amicizia; e una delle consolazioni dell'amicizia è quell'avere a cui confidare un segreto. Ora, gli amici non sono a due a due, come gli sposi; ognuno, generalmente parlando, ne ha più d'uno... Ci sono degli uomini privilegiati che li contano a centinaia...”
“L'uomocaduto nella colpa ha pur troppo una tendenza a persisterci; e l'esser privato del testimonio della buona coscienza l'affligge senza migliorarlo. Anzi è cosa riconosciuta che il reo aggiunge spesso colpa a colpa per estinguere il rimorso.”
“I poveri, ci vuol poco a farli comparir birboni.”
“È men male l'agitarsi nel dubbio, che il riposar nell'errore.”
“C'è talvolta, nel volto e nel contegno d'un uomo, un'espressione così immediata, si direbbe quasi un'effusione dell'animo interno, che, in una folla di spettatori, il giudizio sopra quell'animo sarà un solo.”
“Certo non è cosa ragionevole l'opporre la compassione alla giustizia, la quale deve punire anche quando è costretta a compiangere, e non sarebbe giustizia se volesse condannar le pene dei colpevoli al dolore degli innocenti. ”
“L'arbitrio non si deve intender libero e assoluto, ma legato dal diritto e dall'equità.”
“Non rivangare quello che non può servire ad altro che a inquietarti inutilmente.”
“Il principio, di necessità tanto più indeterminato quanto più esteso mi sembra poter essere questo: che la poesia e la letteratura in genere debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo.”
“Come [donna Prassede] diceva spesso agli altri e a sé stessa, tutto il suo studio era di secondare i voleri del cielo: ma faceva spesso uno sbaglio grosso, ch'era di prender per cielo il suo cervello.”
“Non si lavora a fare e a ritagliar finimenti al cavallo che si vuol lasciar correre a suo capriccio; gli si leva la briglia, se l'ha.”