“La stabile «società di classe» novecentesca si sta liquefacendo.”
“Berlusconi, affondato non dalla sua opposizione ma dallo spread. Liquidato dai «mercati» piú che dagli avversari.”
“Il sindacato è morto già da tempo, è ormai un ceto politico che galleggia in questo mondo sperando di non essere trascinato nel gorgo. Ma che ormai quel mondo non lo rappresenta più.”
“Sono, queste folle solitarie post-moderne, masse mute, disilluse, sconcertate e disgustate.”
“C'è la tendenza apparentemente contraddittoria dei partiti «rivoluzionari», «sovversivi», «antisistema» – dei «partiti di mobilitazione» – a generare al proprio interno gruppi dirigenti fortemente oligarchici. A diventare, per certi versi, i piú oligarchici di tutti: ed è il «carattere militante» del partito. Il suo essere «un’organizzazione di guerra» (sia pure a bassa intensità).”
“Nel Regno Unito come in Francia, persino nella tetragona Germania, quello che era stato il protagonista indiscusso dello spaziopubblico novecentesco, il partitopolitico, è sempre meno presente tra le maglie della società, a strutturarne la vita pubblica, e sempre piú galleggiante sulla superficie con «legamideboli» e forme di loyalty effimere. ”
“Il funzionario che è stato delegato dalla massa e che si è prodigato per il partito, che si è dato una professionalità, matura come propria convinzione individuale l’idea di un proprio diritto a continuare a svolgere il ruolo di rappresentante, in qualche modo alla eternizzazione della delega, conquistato con il proprio sforzo sul campo.”
“Il «partito di massa» novecentesco – quello che ha contrassegnato per quasi un secolo la forma idealtipica della organizzazione politica e della democrazia rappresentativa – si era plasmato sulla matrice delle grandi burocrazie pubbliche: sulla forma di quello Stato nazionale di cui si candidava a costituire il cuore. E sulla struttura dei grandi sistemi produttivi nati a ridosso della seconda rivoluzioneindustriale.”
“Non c’è persona piú fedele del buono a nulla, perché non ha alternative.”
“Quanto piú cresce la «macchina organizzativa», tanto piú si rafforza la sua vocazione oligarchica. Quanto piú si estende la presenza del partito nella società, tanto piú si restringe la possibilità di partecipazione alla sua vita interna da parte dei suoi iscritti ed elettori, come per un male incurabile. Una sorta di morbo autoimmune, che si rivolge contro i codici genetici stessi dell’organismo.”
“L’immagine, desolante, di una «democrazia senza popolo» e di quella che, in un futuro non lontano, potrebbe diventare un «popolo senza democrazia».”
“Lo stesso processo – tecnologico e strutturale – che ha prodotto l’unificazione orizzontale dello spaziosociale, azzerando le distanze e i tempi necessari a colmarle, ne ha nel contempo prodotto la spaccatura verticale allontanando socialmente gli estremi, separando irrimediabilmente il vertice dalle rispettive basi. Creando élite decidenti irresponsabili, perché collocate ormai su un pianeta diverso da quello abitato dai destinatari di quelle decisioni.”
“Se sempre e comunque le macchinepolitiche costruite per dar corpo alla democrazia sono destinate a riprodurre rapporti oligarchici di comando-obbedienza e a generare implacabilmente nuove «aristocrazie interne», allora tanto vale affidarsi al rapporto diretto tra il Capo e la Massa.”
“Separazione di linguaggi, di atteggiamenti, di sensibilità, di priorità, ma anche di stile di vita, di accesso a privilegi, di reddito, testimoniata da un’infinità d’indizi e registrata anche in un buon numero di sondaggi.”
“All’identificazione tende a sostituirsi un senso di estraneità. Alla militanza la diffidenza: un sentimento misto di frustrazione per l’impotenza dei decisori e d’insofferenza per la loro intrusività.”