Ho avuto il privilegio di eseguire un ritratto di Einstein. Durante una delle due sedute un distinto sconosciuto che assomigliava, mi sembra, a una vecchia tartaruga, sedeva accanto a lui in silenzio ad ascoltarlo. Einstein, da quello che potevo capire, gli stava esponendo dei tentativi di teorie, felice di poter parlare delle proprie idee. Di tanto in tanto lo sconosciuto scuoteva la testa, al che Einstein si fermava, rifletteva e poi ripartiva con un altro fiume di pensieri. Mentre me ne stavo andando, mi fu spiegata la presenza di questa terza persona. "Lui è il mio matematico - disse Einstein - che esamina i problemi che io gli pongo, e controlla la loro validità. Vede, io non sono molto bravo in matematica".