Gli Ateniesi, allarmati per la decadenza interna della loro Repubblica, chiesero a Demostene cosa fare. La sua risposta fu: "Non fate ciò che state facendo ora".
Nella metà degli anni '70, un uomo stava attraversando l'Arizona quando si fermò ad una stazione di servizio nel mezzo di un violentotemporale. Erano tempi in cui non esisteva ancora il 'self-service' e l'uomo stette seduto all'asciutto nella sua vettura mentre un uomo, che fischiettava allegramente mentre lavorava, gli riempì il serbatoio sotto la pioggia torrenziale. Mentre stava per andare via, dopo aver pagato, l'uomo disse scusandosi: "Mi dispiace di averla fatta uscire con questo tempaccio". L'inserviente rispose, "Non può darmi il minimo fastidio. Quando combattevo in Vietnam, mi trovai coi miei compagni in una buca piena di fango sotto una pioggia battente ed il fuoco nemico dilagante, uno aveva profonde ferite da schegge di granate, e giurai a me stesso che, se mai fossi uscito vivo da un'esperienza simile, non mi sarei più lamentato di nulla. E così faccio".
Due giovani lavoravano entrambi nella stessa azienda da anni e furono sconvolti quando, senza preavviso, l'impresa chiuse e si ritrovarono disoccupati. Tutti e due si misero a cercare un lavoro. Il primo giovane era preoccupatissimo. Odiava l'idea di cambiare, impararecosenuove e conoscere nuovepersone, ma si obbligava a ricordare che non aveva scelta se voleva guadagnare. L'altro prendeva le cose con più filosofia, e pensava al cambiamento come un'opportunità per crescere. Senza saperlo, fecero un colloquio per un posto nella stessa azienda, molto simile a quella che avevano lasciato. Il primo giovane si agitò sulla sedia per tutta la durata del colloquio e verso la fine gli chiesero se aveva delle domande. "Sì, - disse, - potrebbe dirmi come sono le persone che lavorano qui?" L'uomoanziano e saggio che gli faceva il colloquio, si sporse verso il giovane, che stava dall'altra parte del tavolo, e gli rispose: "Mi parli prima del posto che ha lasciato. Com'erano le persone lì?" "Non un granché, devo confessare - disse il ragazzo, con una certa foga - erano persone difficili, litigiose e testarde". "E allora mi rincresce dirle che troverebbe qui la stessa situazione" disse il vecchio. Il giorno successivo arrivò al colloquio l'altro giovane, e anche a lui fu chiesto se aveva delle domande. "Oh, sì - disse allegramente - mi potreste dire come sono le persone che lavorano qui?" Di nuovo, il vecchio rispose: "Mi dica prima qualcosa sul posto che ha lasciato. Com'erano i suoi colleghi?" "Deliziosi! - si entusiasmò il ragazzo - erano pieni di calore ed affettuosi, cortesi e gentili. Mi è dispiaciuto molto andarmene". Il vecchio gli disse con un sorriso: "In questo caso, sono lieto di dirle che troverà qui persone dello stesso tipo".
Un giovedì santo, 4 aprile 1985, tra luci meridiane ed elettriche al riflesso del rosso paonazzo dei prelati in processione al seguito del Papa, un sorridente cerimoniere polacco allungava braccia e mani per salutare cardinali e vescovi dei primi posti fin dove arrivava, ripetendo: "Voi siete le pilastre della Chiesa, le pilastre, le pilastre, auguri, grazie!...". Un prelatoanziano, tardo d'orecchio, si chinò verso il vicino e domandò: "Pollastre a chi?".
La celebre biblioteca di Alessandria d’Egitto, che era la più ricca e la più celebre dell’antichità fu devastata dai soldati di Cesare e tre secoli dopo dai seguaci del patriarca cristiano della città scatenati alla ricerca di testi “pagani” da epurare. Infine nel 642 fu definitivamente rasa al suolo e incendiata dai soldati musulmani, guidati dal generale arabo Amir che, appena conquistata la città, non sapendo cosa fare della biblioteca chiese consiglio al califfo Omar, discendente diretto di Maometto e massima autorità dell'Islam: e questi rispose che i suoi settecentomila volumi dovevano in ogni caso essere tutti bruciati, perché se contenevano cose conformi al Corano erano inutili mentre se contenevano cose difformi dal Corano erano eretici. Ci furono così sottratti 400 mila volumi in cui era concentrata la saggezza e l’esperienza degli antichi popoli.
Un giornalista della CBS si recò in un villaggio del South Dakota dove si trovava un vecchietto che aveva appena compiuto 100 anni. "Qual è il segreto della sua longevità?" chiese il giornalista. Il vecchietto socchiuse gli occhi e poi, lentamente rispose: "Credo consista nel fatto che non ho mai avuto discussioni, odio controbattere per cercare di affermare il mio punto di vista a tutti i costi...". "Andiamo - replicò il giornalista stupefatto - non mi verrà a dire che questo solo le è servito a farle superare la soglia del secolo di vita, vi deve essere stata senz’altro qualche altra ragione, lo stile di vita, l’alimentazione, o qualcos’altro...". Il vecchio lo fissò a lungo e poi rispose: "Credo proprio che abbia ragione".