“Ci rivedremo a Filippi.”
Ho avuto il privilegio di eseguire un ritratto di Einstein. Durante una delle due sedute un distinto sconosciuto che assomigliava, mi sembra, a una vecchia tartaruga, sedeva accanto a lui in silenzio ad ascoltarlo. Einstein, da quello che potevo capire, gli stava esponendo dei tentativi di teorie, felice di poter parlare delle proprie idee. Di tanto in tanto lo sconosciuto scuoteva la testa, al che Einstein si fermava, rifletteva e poi ripartiva con un altro fiume di pensieri. Mentre me ne stavo andando, mi fu spiegata la presenza di questa terza persona. "Lui è il mio matematico - disse Einstein - che esamina i problemi che io gli pongo, e controlla la loro validità. Vede, io non sono molto bravo in matematica".
“Un abate venne condannato da Barnabò Visconti a pagare una grossa somma per aver trascurato due dei suoi cani. Avrebbe però condonato tutto se avesse saputo rispondere a quattro domande molto difficili. L’abate, preso da sconforto, mandò al suo posto un mugnaio molto furbo vestito con abiti suoi. Questi, nascondendo alla meglio il viso con la mano per non farsi riconoscere, rispose talmente bene alle quattro domande che Barnabò si insospettì perché conosceva l’ignoranza dell’abate. E, smascherato il mugnaio, gli disse: ‘Mo via, poich’ello t’ha fatto abate, e se’ da più di lui, in fe’ di Dio ed io ti voglio confirmare, e voglio che da qui innanzi tu sia l’abate ed ello sia il mulinaro, e che tu abbia tutta la rendita del monastero, ed ello abbia quella del mulino’.”
Il Machiavelli in una sua lettera, rendendo conto all'amico Vettori di come passa le sue giornate in campagna fra le occupazioni rustiche che gli prendono la maggior parte del tempo, aggiunge che la sera, quando ha finito di zappare, di sarchiare, di concimare, si pulisce con la massima diligenza, indossa l'abito migliore per presentarsi agli illustri e grandi personaggi, o per meglio dire, agli "spiriti magni" che lo attendono nel suo studio: Platone, Tacito, Cesare, messer Dante Alighieri...
Ero in piazza Navona, il cuore della città. A un certo punto vedo spuntare, prima a destra e poi a sinistra, quattro ceffi che non promettevano niente di buono. Questi ti fanno blu, mi sono detto. Per fortuna, arrivato a pochi passi da me, uno dei ceffi mi riconosce: "Albe' - grida - Albertone bello, ma dove cavolo vai a quest'ora di notte?". E rimettendo in tasca qualcosa, che poteva essere una pistola o un coltello, mi dà una gran botta sulla spalla. Così fanno anche gli altri manigoldi. "Andiamo a bere qualcosa!" dice uno coi baffi. "No, grazie - mi difendo - ho un gran mal di testa, fate finta che ho accettato". Qualche volta anche i teppisti hanno un'anima. Ma fino a quando?
Una fabbrica era ferma perché un complesso macchinario di produzioneindustriale si era fermato. Venne chiamato un consulente il quale, dopo aver studiato attentamente il complesso meccanismo, fece due segni col gesso sullo stesso, tra viti, pistoni e congegni vari. Prese poi a ripararlo, impiegandoci due ore. La sua fattura fu così composta: "Riparazione delle dinamo, 1000 dollari: 2 ore di lavoro, 10 dollari; sapere dove fare il segno, 1990 dollari".