“La generazione anni Ottanta appendeva poster alle pareti. Oggi pinniamo foto sulle board.”
“Negli anni della guerra, quando ero ancora alle elementari, questo era un nome magico nel nostro quartiere di Newark, anche per gli adulti della generazione successiva a quella del vecchio ghetto cittadino di Prince Street che non erano ancora cosí perfettamente americanizzati da restare a bocca aperta davanti alla bravura di un atleta del liceo.”
“Credo che abbiamo il dovere di lottare per la vita sulla Terra e non solo a nostro beneficio, ma di tutti quelli, umani o meno, che ci hanno preceduto e ai quali siamo legati, così come coloro che, se siamo abbastanza saggi, arriveranno più tardi. Non c'è una causa più urgente, né più giusta, del proteggere il futuro della nostra specie.”
“Ho un tristepresentimento - forse a sproposito - di un'America dei miei figli o dei miei nipoti... quando, avvinghiati ai nostri oroscopi, le nostre facoltàcritiche in netto declino, incapaci di distinguere tra ciò che è vero e ciò che ci fa sentir bene, scivoleremo, quasi senza accorgercene, nella superstizione e nell'oscurantismo.”
“Lavora e vivi per servire gli altri, per lasciare il mondo un po' meglio di come tu l'hai trovato e procurare a te stesso più pace mentale possibile. Questa è felicità.”
Già morta, già cosa, quando ancora dobbiamo viverla, la nostra epoca è sola nella storia e codesta solitudine storica influisce fin sulle nostre percezioni: ciò che noi vediamo "non ci sarà più"; si riderà delle nostre ignoranze, ci si indignerà delle nostre colpe. Quale risorsa ci rimane?