“Un giorno un monaco disse:- La donna è un esseresuperficiale.- È vero – rispose un anziano – ma non c’è nulla di più insondabile della superficialità di una donna.”
“Due giovanimonaci parlavano un giorno della vita e delle sue difficoltà.- Io sono ottimista – disse il primo – perché penso che viviamo nel migliore dei mondipossibili.- Anch’io – gli rispose il secondo – penso che viviamo nel migliore dei mondipossibili: per questo sono pessimista.”
A un fratello che rimpiangeva il passato, un anziano disse: “Il passato è un uovo rotto, il futuro è un uovo da covare”.
“Benché agli antichi monaci non occorresse una gran scienza, il grande Arsenio insisteva perché venisse tenuta in gran conto l’istruzione dei novizi. E per giustificarsi soleva dire:- L’ignoranza non è quando non si sa gran cosa; è quando non si sa gran cosa e gli altri se ne accorgono.”
“Un giovanefratello, che aveva come difetto principale la smemoratezza, fu mandato dal suo anziano ad Alessandria:- Và da Eristo, il farmacopola, e digli che ti dia un chilo di memoria.Dopo alcuni giorni il giovane fece ritorno a mani vuote:- Abba, il farmacopola non aveva più memoria. Mi ha pregato di dirti che tiene in serbo per te dieci chili di pazienza.”
“Un santoeremita di Nitria, a cui un viandante domandava se fosse felice, rispose che non aveva assolutamente il tempo per pensarci.”
“Disse un padre del deserto a proposito di abba Sisoès:- Per me il massimo piacere è ascoltare il silenzio di abba Sisoès.”
Un uomo molto potente venne a consultare abba Gabriele, di cui erano noti i modi spicci. Dal momento che il monaco pareva non accorgersi nemmeno di lui, si raschiò la gola per far notare la propria presenza. Abba Gabriele, senza levare il capo dal suo lavoro, gli disse:- “Prendi uno sgabello”.Un po’ risentito, l’uomo esclamò:- “Ma il sono il Principe di Ramenez e di Alari!”Il monaco ribatté:- “Allora prendi due sgabelli”.
“Una donna del villaggio, disperata per la condotta del figlio, disse un giorno ad abba Ilarione:- Mio figlio non ascolta nessun consiglio intelligente; presta orecchio solo al primo asino che incontra! Se gli volessi parlare tu…”
“- Quando uno di noi due sarà morto – disse un fratello al compagno di cella – io tornerò al monastero di Scete.”
“Un padre disse a un anziano:- Ho mantenuto il silenzio totale per sette anni.- E io - ribatté l’anziano - ho fatto un digiuno totale di centodieci giorni.- Non è possibile, abba!- Perché, fratello, se io ti lascio mantenere il silenzio per sette anni tu non mi lasci digiunare per centodieci giorni?”
“In un cenobio, uno scrivano era di una grande lentezza. Un padre venne per un consiglio dall’igumeno:- Abba – gli disse – quel giovane scrivano è molto, molto lento. I padri che gli dettano i loro commenti alla Scrittura rischiano d’impazientirsi.- Affidalo allora a padre Eufrosimo, l’anziano che è balbuziente.”
“Un giorno un padre invitò un fratello a dividere con sé il pane e il sale. Vedendo che questi mangiava distrattamente, gli fece osservare benevolmente:- Se mangi senza gusto, fratello, non farai anche senza gustocose più importanti?”
“A un monaco che si lamentava sempre, abba Macario disse:- Sei infelice? Pensa a una giraffa con il mal di gola o a un millepiedi con i calli…”
“Un sapiente di questo mondo andò a far visita a un anziano. E vedendo che questi non possedeva che una Bibbia, gli regalò un suo libro di esegesi.Dopo un anno – tornato a fargli visita – gli chiese:- Abba, il mio libro ti è servito a capire meglio la Bibbia?- È successo il contrario – gli rispose l’anziano. - Mi son dovuto servire della Bibbia per capire il tuo libro…”