Un monaco che aveva convertito molte genti sulle rive del Nilo rifiutava sdegnosamente ogni lode. Un giorno, di fronte a un suo ennesimo e irritato rifiuto, il santo abba Arsenio osservò: “Chi rifiuta ogni lode desidera esserelodato due volte”.
Scrisse un anziano: “In un cenobio, nulla esaspera più i monaci che un igumeno inerte. Ma nulla li inquieta di più che un igumeno sul punto di prendere qualche decisione”.
“Un giorno, venne a confessarsi da abba Serapione una gran dama di Damasco:- Abba – gli chiese – ho tradito mio marito.- Davvero? E quando? – chiese il santomonaco.- Quarant’anni fa.- E lo confessi adesso?- No, lo confesso ogni tanto.- E perché mai? – le chiese l’abate sempre più stupito.- Perché mi piace, ogni tanto, riparlarne con qualcuno…”
“Un giorno abba Presunzio ebbe una lezione. Stava pregando nella sua cella quando un passante bussò alla porta:- Perdonami, abba, sai indicarmi la strada per Aleppo?- No, però conosco quella per il paradiso.Disse allora il viandante:- Come posso fidarmi di chi conosce una via che conduce lontano ma ignora quella che conduce vicino?”
“- Portatemi la Sacra Bibbia! – ordina l’abate di un monastero. – Voglio che questo giovane novizio s’impegni nel suo nuovo cammino giurando sulla Bibbia.- Ahimé, abba – gli dice un monaco – il nostro cane ha divorato completamente la nostra Bibbia.- Ebbene, portatemi il cane!”
Perennemente immerso nella preghiera, abba Costantino era particolarmente distratto. Un giorno, per strada, incontrò l’abate di un monastero vicino, con cui si fermò a parlare a lungo. Terminato il colloquio, gli chiese:- “Quando ti ho incontrato, abba, da che parte andavo?”- “Scendevi verso la città”.- “Allora ho già pranzato”.
“Chiese un giovanemonaco ad Abba Filarete:- Perché lasci che quel fratello parli così a lungo con te?- Lo faccio per la sua salute. Se infatti un chiacchierone non trova almeno un ascoltatore in tutta la giornata, diventa roco…”
“- Non è esagerato – chiese un novizio ad un anziano – dire che le donne non vanno picchiate neanche con un fiore?- Lo è. Vanno picchiate con un fiore: la rosa. Per via delle spine.”
“A un monaco che seguiva con difficoltà la strada della perfezione, un anziano disse: Chi vuole il miele deve avere il coraggio di affrontare le api.”
“Temo per il nostro maestro dei novizi – disse un giorno l’abate di un monastero al suo consigliere – perché, invece d’ispirare in essi fiducia, ispira paura.- Non è un buon metodo anche questo?- No, perché colui che ispira paura ne ha lui per primo.”
Abba Serafino si recò un giorno sulle sponde del Nilo con un giovane novizio.- “Lavati i piedi – gli ordinò. – Non vedi come sono sporchi?”- “Ma abba – obiettò il novizio – i tuoi sono molto più sporchi dei miei…”- “Che razza di confronto! Io ho quarant’anni più di te!”.
“In un cenobio, l’igumeno, durante una riunione di fratelli, si addormentò.- Taciamo – dissero i fratelli – e lasciamo dormire l’igumeno.- Questi, sollevando un po’ il capo, disse:- Come faccio a dormire, fratelli, se non parlate?”
Un padre, tornando alla cella, la trovò distrutta. Stava per maledire l’autore del misfatto, quando si morse la lingua. Aveva ricordato il detto di un anziano: “Maledici un uomo e vi saranno due tombe”.
“Quando abba Teofilo aveva quarant’anni, gli fu domandato:- Abba, quanti anni aveva il grande Giovanni quando morì?.L’età tipica della vecchiaia – rispose Teofilo: - Sessant’anni.Quando abba Teofilo ebbe sessant’anni, gli fu domandato:- Abba, quanti anni aveva il grande Giovanni quando morì?- L’età tipica della vecchiaia – rispose Teofilo: - Ottant’anni.”
“Un eremita va a trovare un altro eremita e gli chiede d’imprestargli l’asino.- Lo farei volentieri, ma l’asino è al pascolo non so dove.In quel momento si sente un raglio provenire da un capanno lì accanto.- È strano – fa il postulante: - il tuo asino è al pascolo e io lo sento ragliare qui.- Non avrei mai creduto – esclama il monaco con l’ariaoffesa – che tu avessi più fiducia in un asino che in me!”