“Lei dice che la libertà in Italia l’avrebbe levata il fascismo? Ma in Italia non c’è mai stata la libertà, che t’ha potuto levare il fascismo? Ai signori magari gliel’avrà levata, ma i poveracci non ce l’avevano mai avuta.”
“Ciò che distrugge l’uomo non è la disgrazia in sé, ma l’incertezza e soprattutto l’attesa della disgrazia. Alla disgrazia fai pure fronte, e dopo in qualche modo ti rialzi. Ma se quella non si compie – e resta sempre appesa – quando più potrai rialzarti?”
“La gente non si odia mai con un nemico storico come si odia poi con i fratelli. Romolo e Remo. Caino e Abele.”
“Non ci siamo mai capiti. Tutto un altro mondo di pensare, oltre che di parlare e mangiare.”
“Di lunedì feriale, neanche festivo, non si sposa nessuno a questo mondo.”
“Il dramma della condizione umana è proprio questo: sei quasi perennemente condannato a vivere nel torto, pensando peraltro d’avere pure ragione.”
“Pure il primo dei Savoia non dev’essere stato che un bandito di strada, e l’ultimo canta a Sanremo.”
“Più che destra o sinistra, il decisivo è andare avanti, e andare avanti vuol dire andare verso la giustiziasociale. Un politico guarda alle prossime elezioni, uno statista guarda alla prossima generazione.”
“La barbarie è umana e sta dentro di noi. Quando la agiamo è pure banale, neanche ci sembra di star commettendo il male.”
“Che ce ne fregava che erano di più? Non era coraggio il nostro, era tigna. Ci fregava assai, a noi, di prendere le botte, ma la figura di scappare no. La figura di abbandonare la sede? Con le botte ci convivi, dopo un po’ ti passano, guarisci. Ma la vergogna no. La vergogna ti rimane per tutta la vita.”
“La statica e la scienza delle costruzioni non riguardano solo le case e i ponti. Riguardano tutto. Pure le dinamiche sociali, i rapporti d'amore, i testi poetici. Non puoi caricare un corpo con un peso superiore a quello che può reggere. Si rompe. E non si rompe all'improvviso. Prima si snerva. Se lo guardi bene te ne accorgi. Si snerva. Una volta, due volte, tre volte. Poi si spacca.”
“Noi abbiamo continuato come prima, a fare il nostro lavoropolitico: tu non è che t'accorgi, sul momento, che la storia è improvvisamente cambiata.”
La società era ancora fascista [...] la DemocraziaCristiana rubava a rotta di collo. Altro che "politica come servizio", la gente faceva politica per farsi gli affari propri. [...] Ai giovani gli sembrava che non dovesse essere così ed erano scesi in piazza. Tutti quanti. Pure i fasci. All'inizio sembrava tutto bello: tutti insieme a discutere, a festeggiare, "la fantasia al potere", e le ragazze che stavano fuori la notte fino a tardi. Mai visto prima.
“Io ci ho messo una vita a capire che la gente non dice mai quello che pensa. Dicono una cosa e ne pensano un'altra, poi la colpa è la mia che il prendo sul serio.”
“La storia è un fatto collettivo. Non si fa da sola, la facciamo tutti assieme. E ognuno deve fare la sua parte.”