“E' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio, il sentimento, l'emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l'uomomiserabile.”
“Riempiamo l'apparenza fisica dell'essere che vediamo con tutte le nozioni che possediamo sul suo conto, e nell'immagine totale che ci rappresentiamo, queste nozioni hanno certamente la parte più considerevole. Finiscono per riempire così perfettamente le gote, per seguire con un'aderenza così esatta la linea del naso, si incaricano così bene di sfumare la sonorità della voce, come se questa fosse solo un involucro trasparente, che ogni volta che vediamo quel viso e sentiamo quella voce, sono proprio quelle nozioni che ritroviamo e che ascoltiamo.”
“Un ricordo, un dolore, sono mobili. Ci sono giorni in cui fuggono così lontano che a stento li scorgiamo, e li crediamo andati via per sempre.”
“La costanza di un'abitudine è di solito in rapporto con la sua assurdità. Le cose clamorose si fanno generalmente solo a sbalzi. Ma le vite insensate, in cui il maniaco si priva lui stesso di tutti i piaceri e si infligge i più grandimali, sono quelle che cambiano di meno. Ogni dieci anni, chi ne avesse la curiosità, ritroverebbe l'infelice che dorme nelle ore in cui potrebbe vivere, che esce nelle ore in cui non c'è altro da fare se non lasciarsi assassinare nelle strade, che beve bevande ghiacciate quando ha caldo, sempre intento a curarsi un raffreddore. Basterebbe un piccolo gesto di energia, un giorno solo, per cambiare una volta per tutte un simile stato di cose. Ma queste vite sono precisamente appannaggio abituale di esseri privi di energia. I vizi sono un altro aspetto di quelle esistenze monotone che la volontà basterebbe a rendere meno atroci.”
“Un piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza ne sapessi la ragione. Mi aveva reso immediatamente indifferenti le vicissitudini della vita, inoffensivi i suoi guasti, illusoria la sua brevità, allo stesso modo in cui agisce l’amore, riempiendomi di un’essenza preziosa: o piuttosto quell’essenza non era in me, era me stesso. Avevo smesso di sentirmi mediocre, contingente, mortale. Da dove poteva venirmi questa immensa gioia? Sentivo che era legata al sapore del tè e del dolce, ma lo superava indefinitamente, non doveva essere della stessa natura. Da dove veniva? Che cosa significava? Dove afferrarla? Bevo un secondo sorso, ma non vi trovo niente di più di quanto ho trovato nel primo. Un terzo mi reca qualcosa di meno del secondo. Bisogna che smetta, la virtù della bevanda sembra diminuire.”
“La felicità, la felicità grazie a Gilberte, era una cosa a cui avevo costantemente pensato, una cosa tutta fatta di pensieri, era, come diceva Leonardo della pittura, cosa mentale. Un foglio di carta coperto di caratteri, il pensiero non lo assimila subito. Ma, appena ebbi terminato la lettera, la pensai, ed essa divenne un oggetto del mio fantasticare, divenne anch'essa cosa mentale; e l'amavo già tanto che ogni cinque minuti dovevo rileggerla, baciarla. Allora, conobbi la mia felicità. La vita è disseminata di questi miracoli, in cui le persone che amano possono sempre sperare.”