“Se guasta er tempo, se guastano i matrimoni, se guastano l'amicizie. Ma stò cazzo de telefono nun se guasta mai... Mò chi è ò manno affanculo...”
“Da questa camera che forse avevamo occupato vent’anni prima non sarei riuscito a parlarle, la linea sarebbe stata disturbata da tutti quegli anni accumulati gli uni sugli altri. Era meglio che chiedessi un gettone nel primo bar che trovavo e la chiamassi da una cabina.”
“Aveva spesso sognato, nel profondo di certi pomeriggi di solitudine, che il telefono suonasse e che una voce dolce gli desse appuntamento. Si ricordava il titolo di un romanzo che aveva letto: Le Temps des rencontres, il tempo degli incontri. Forse per lui quel tempo non era ancora finito. Ma la voce di poco prima non gli aveva ispirato fiducia.”
“Bisogna riuscire a divulgare una convenzione valida per tutti: come comportarsi quando cade la linea tra due che stanno al telefono. Secondo me, deve richiamare quello che aveva chiamato. Sarebbe bene mettersi d’accordo tutti, una volta e per sempre. Perché di solito ci riprovano tutti e due – o attendono tutti e due che ci riprovi l’altro. O dicono all’unisono: vabbe’, ci sta provando lui, oppure continuo a provarci io. E in ogni caso, nel momento in cui si decide di provare, l’altro risulta occupato perché ci sta provando anche lui. Una regola che desse un’indicazione precisa e incontrovertibile, rasserenerebbe molto gli animi.”
“Quanti sms ci sarebbero in meno se si eliminassero tutti i messaggi con scritto: «ok»?”
“Mi piacerebbe che il mio telefono squillasse forte se sto per dimenticare una cosa fondamentale nella mia vita e che non mi disturbasse se sto facendo qualcosa di molto importante e l'informazione che sta arrivando è meno rilevante di ciò che sto facendo.”