“Nel caso di una discussione filosofica occorre mettere da parte la reputazione dell’oratore e badare alla sostanza di ciò ch’egli dice. Come in guerra, infatti, anche in un dibattito ci sono molte cose superflue, da cui non ci si deve lasciare influenzare: l’in-tonazione della voce, lo sguardo accigliato, la canizie, l’autoelogio. Ma bisogna guardarsi soprattutto dagli applausi, dalle esclamazioni e dai sobbalzi del pubblico, che possono influenzare specialmente i giovani e i profani disorientandoli e trascinandoli via come fuscelli nella corrente di un fiume.”
Quando Alessandro Magno visitò Diogene gli chiese se poteva fare qualcosa per il famoso maestro, Diogene rispose: "Scostati dal sole perché mi togli la luce". Forse un giorno sapremo come poter accrescere la creatività, ma una delle cose migliori da fare fino ad allora, per far piacere agli uomini e alle donnericchi di creatività, è quella di stare via dalla loro luce.
“Erode Attico fu un giorno fermato da un tale con capelli lunghi e barba che gli arrivava fin quasi alla cintura che gli chiese dei soldi per comprare un po’ di pane. Erode gli chiese allora che cosa facesse e questo individuo gli rispose che era un filosofo. Sentiti però i suoi discorsi, Erode esclamò: ‘Vedo la barba ma non riconosco il filosofo’.”
Non seguire l’esempio di Schopenhauer. Ai suoi studentiuniversitari che gli facevano notare come il suo sistema filosofico non avesse niente a che fare con la realtà egli rispose: "Tanto peggio per la realtà!".
“Ma, se la regale orecchia [di Teodorico] era aperta alla voce della verità, un santo ed un filosofo non sempre si trovano a portata d'orecchie dei re.”
“Se un filosofo vi dà una risposta, non siete più in grado di capire nemmeno la domanda che avevate posto.”