“L’idea della decadenza dell’Occidente fa parte del suo linguaggio culturale. L’Occidente si è sempre trovato a immaginare la sua morte.”
“Proiettandosi come unico vero rappresentante del progressoumano, l’Occidente è riuscito a dare, a chi non è «moderno » a sua immagine, un grande complesso di inferiorità – neppure il cristianesimo era riuscito a tanto! – e l’Asia sta ora buttando a mare tutto quel che era suo per acquisire tutto quel che occidentale, sia nel modellooriginale, sia nelle imitazioni locali, da quella giapponese a quella thai, a quella di Singapore.”
“Voi occidentali siete troppo attaccati alle cose. Siete fissati sulle cose. Uno perde, ad esempio, la sua penna e da allora non fa che pensare alla penna persa, senza dirsi che la penna non ha alcun valore, che si può scrivere anche con un lapis. In Occidente vi preoccupate troppo delle cose materiali.”
“Chi riflette più sulla morte? Quella per noi occidentali è diventata un tabù. Viviamo in società fatte di ottimismo pubblicitario in cui la morte non ha posto. È stata rimossa, tolta di mezzo. Ogni indovino che vedevo, invece, me la rimetteva davanti.”
“È possibile che parte della nostra inquietudine di occidentali ci venga dal fatto che vogliamo invece occuparci di quel che succede nel mondo e spesso anche cambiarlo? Che ci sia davvero una grande saggezza nel pensiero orientale secondo cui ciò che è fuori da noi è immutabile e che la sola speranza è cambiare dentro noi stessi?”
“Solo quando i sapienti occidentali rinunceranno a inventaremacchine che corrono più svelte di quelle che già avete e cominceranno invece a guardare dentro di sé, la vostra razza scoprirà un po’ di vera felicità. ”