“Gli studi monastici hanno avuto la tendenza, per la maggior parte, ad addensare, piuttosto che a dissipare, le nubi della superstizione.”
“De' gesuiti il padre sacristano per raffrenar la sua lussuria tanta, cacciò il cazzo e i coglion nell'acqua santa. Fu caso meritorio oppur profano?”
“Nei gran caldi di luglio frate Alberto, per schivar l'ozio e tutti gli altri vizi, menava il cazzo a tutti i suoi novizi. Fu questa opra profana ovver di merito?”
“Frate Cipolla gran predicatore veggendo gli altri frati a buggerare, trovato un fraticel si mise in core voler un tal secreto anch'ei provare; ma ben presto alla prima fece errore spingendo il cazzo in su senza bagnare, onde fe' di quel cul un melgranato. Utrum se per provar fece peccato?”
“Fottendo un frate a gambe in spalla un tratto con un palmo di cazzo un'abadessa, dal gran piacere in paradiso astratto non conosceva il tondo della fessa; onde spinto da furia come un matto, nel tondo avendo la sua lancia messa disse: Oh che dolce di peccar cagione! Utrum se il cazzo suo fu buggerone?”
“Un frate Zoccolante, per ventura, fottendo a potta dietro un'abadessa, gliel cacciò in cul credendo foss'in fessa. Ditemi se peccò contro natura?”