In India, una sera un macellaio stava chiudendo bottega quando entrò un cliente e chiese un pollo. Il macellaio quel giorno aveva venduto tutto, e gli era rimasto solo un pollo. Perciò, tutto contento, andò nel retrobottega a prendere l'ultimo pollo e, pesatolo disse: "Sono cinque rupie". Ma il cliente disse: "Questo pollo è un po' piccolo. Stasera do una festa a casa mia, e verranno parecchi amici, ho paura che non mi basti. Mi dia un pollo un po' più grande". Ma non c'erano altri polli, quello era l'ultimo. Dopo aver rimuginato per un istante, il macellaio tornò nel retrobottega, si attardò un po', poi tornò fuori, gettò lo stesso pollo sulla bilancia e disse: "Questo viene sette rupie". Ma il cliente disse: "Sa cosa faccio? Li prendo tutt'e due!".

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“Tarquinio il Superbo per impossessarsi di Gabi, una città che sorgeva tra Roma e Preneste, mandò il figlio Sesto presso i gabini. Questo ottenne tanto favore e simpatia che i gabini ritennero che fosse un condottiero mandato loro per grazia divina. E Sesto: Quando vide di essere abbastanza forte per potere prendere l’iniziativa, mandò uno dei suoi fidi a Roma per chiedere al padre che cosa dovesse fare, dal momento che gli dei avevano concesso di poter disporre tutto a Gabi. A questo ambasciatore il re non diede alcuna risposta, forse, penso, poiché non era certo della sua fedeltà; ma pensoso andò nel giardino della reggia, seguito dal messaggero del figlio; e passeggiando in silenzio si racconta che troncasse con un bastone le teste più alte dei papaveri. Il messo, stancatosi di chiedere e di aspettare inutilmente risposta, ritenendo la sua missione vana, ritornò a Gabi; riferì quel che aveva detto e quel che aveva visto, dicendo che il re, o per rabbia o per odio o per il suo caratteresuperbo, non aveva detto parola. Sesto quando capì che cosa volesse il padre e che cosa gli ordinasse con il suo silenzio enigmatico, eliminò i cittadini più in vista della città, alcuni accusandoli davanti al popolo, altri facendo leva sull’odiopopolare che si erano attirati. Molti furono uccisi in pubblico, altri contro cui non riusciva a trovare una plausibile accusa, furono uccisi segretamente. A qualcuno fu permesso di lasciare volontariamente la città, altri furono esiliati e gli averi degli assenti furono divisi come quelli degli uccisi.”

~ Cit. Tito Livio


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