“Daccono degli Ardinghelli, cittadino di Firenze, chiamato ad essere tutore d'un pupillo, ne amministrò per lungo tempo i beni, e tutti li consumò a mangiare e a bere. Quando finalmente gli vennero chiesti i conti, il magistrato gli ordinò di presentare i libri dell'entrata e dell'uscita, come si dice; ed ei mostrò la bocca e il sedere, dicendo che non aveva, fuori di quelli, alcun libro d'entrata e d'uscita.”