“La conseguenza di una religione senza cultura è una civiltà senza religione.”
“L’origine del male (sia del disordine fisico, sia del male morale vero e proprio) non è da collocarsi né nella necessità divina né nel peccato dell’uomo, bensì nella struttura stessa dell’essere che è originariamente caos oltre che logos. Il peccatoumano, che di certo esiste ed è purtroppo tremendamente efficace, non è la causa, ma è una manifestazione del male. La causa del male, a livello sia fisico sia morale, è il caos inerente all’essere originario, posto così dal Creatore quale unica condizione per il darsi della libertà. Il male quindi appare come il lato oscuro del bene e dell’amore, la condizione inevitabile perché nel mondo nascesse la mente libera che liberamente vuole.”
“Viviamo nell’epoca del divertimento elevato a sistema, dello svago e dell’evasione come senso della vita. L’esistenza contemporanea è finalizzata alla vacanza, viene fatta consistere nella vacanza quale condizione permanente in cui far dimorare il desiderio.”
“C’è un ordine che produce bellezza e vita, e un disordine da cui provengono deformità e morte.”
“Il caos originario proviene da Dio, ma non nel senso che è voluto per se stesso, ma nel senso che è la logica risultanza di un esserecreato in modo non compiuto, non perfetto, non finito, e ciò al fine di far scaturire in esso la libertà.”
“Il caos va ricondotto alla strutturale imperfezione dell’esserecreato, che esce dalle mani di Dio non come perfettamente compiuto ma come strutturalmente impastato di logos e di caos, di ordine e di possibilità di infrangere l’ordine, conditio sine qua non per la nascita della libertà e dello spirito capace di amore.”
“Credo in un Dio che prende così sul serio l’alleanza col mondo da essere coinvolto nel processo vitale mediante cui il mondo si fa, un Dio che si pone al servizio del mondo per farne scaturire mediante un ininterrotto processo il «regno di Dio». Credo in un Dio che, proprio come Gesù quella sera depose le sue vesti e prese a lavare i piedi ai discepoli, al momento della creazione depose la sua assolutezza e istituì quale assoluto non più se stesso, ma se stesso in comunione con il mondo, cioè il regno di Dio. Il regno è «Dio + mondo» ed è questo, cristianamente parlando, il vero assoluto, cioè la relazionalità totale dell’amore. In seguito all’incarnazione, Dio diviene un pezzo di mondo, e quindi l’assoluto non è più Dio in sé, ma Dio insieme al mondo. Credo altresì in un Dio che legandosi al mondo rimane al contempo sempre al di là del mondo, e che, con questo suo essere al di là, opera come una specie di attrattore cosmico verso cui il mondo si orienta e orientandosi produce evoluzione, e verso cui la menteumana si orienta e orientandosi produce bene e giustizia, andando a sanare laddove è possibile le ingiustizie che scaturiscono dal processo naturale. Credere in Dio significa per me in questa prospettiva attribuire la parola definitiva dell’essere al senso di giustizia e di bene che trova la più alta realizzazione in quella speciale consacrazione dell’energia libera che chiamiamo amore.”
“A essere tornato è il Dio umano troppo umano che è solo un’invenzione dell’uomo, un buon collante sociale, funzionale al potere della politica.”
“C'è chi sceglie Dio per disprezzo o più spesso per paura del mondo, e c'è chi sceglie il mondo per disprezzo o più spesso per noia di Dio; alcuni, invece, non scelgono né l'uno né l'altro, perché forse ormai privi di quell'esigenza radicale dell'anima che qualcuno chiamava «fame e sete di giustizia».”
“L'unica autentica modalità di esserefedeli a entrambi, a Dio e al mondo, e di raggiungere quella serenità interiore che è il vero tesoro in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano.”
“Il concetto di Diavolo, pur senza corrispondere a una res realmente esistente, segnala l’esistenza di qualcosa di molto importante, cioè il potere del negativo e la sua forza di suggestione sull’animo umano. Non esiste il Diavolo, ma esiste la diabolicità.”
“Il mondo merita di essere amato? Oppure, a causa del prezzo altissimo di dolore che esso impone, meriterebbe ben altro, cioè disprezzo, avversione, persino odio, o solo noncuranza e distacco? E qual è il punto di vista più maturo per guardare questo mondo nel quale siamo capitati nascendo? L’incanto dell’alba e del tramonto, oppure un sisma e un ciclone di morte? L’infanzia o la vecchiaia? Il genio o la demenza? L’altruismo o l’egoismo? L’armonia o il conflitto? La vita o la morte? La generazione o la degenerazione?”
“Dio personale, se è davvero personale, cioè libero, creativo e non necessitato, non può essere né onnisciente né onnipotente. Lo era prima della creazione, nella dimensione dell’eternità, senza tempo e senza spazio, quand’era veramente «assoluto», cioè sciolto (ab-solutus) da ogni relazione, privo di legami e quindi veramente onnipotente, onnisciente, onniveggente... onni-tutto. Ma la decisione di creare ha significato al contempo l’abbandono dell’assolutezza e di tutti gli onni che ne conseguono, la rinuncia alla pienezza del potere a favore dell’autonomia dell’esserecreato.”
“Dal sentimento di un mondo che appare sempre meno ospitale cresce negli esseri umani il desiderio della religione in quanto altro mondo.”
“Un tempo il fondamento dell’autorità era assicurato da garanzie fisiche, metafisiche o filosofiche tali da costituire una religio, cioè un sistema di pensiero che lega, che tiene insieme, e l’autorità fondata nella mente degli uomini poteva costituire il perno su cui si edificava la società.”