“L’odio esplode solo se c’è qualcuno che decide di servirsene.”
“Il bene prevale numericamente sul male, ma non sa fiutare il pericolo.”
“Sta viaggiando: è entrato in quel misterioso gerundio dell’anima che è l’eterno presente del viaggio.”
“I nomadi lo sanno: le mappe non servono a orientarsi, ma a sognare il viaggio nei mesi che precedono il distacco.”
“Non è stato il fracasso dei cannoni a uccidere la Iugoslavia. È stato il silenzio. Il silenzio sul linguaggio della violenza prima che sulla violenza. Il silenzio sulle teorie razziste prima che sulle pulizie etniche. Il silenzio sulle violazioni dei diritti umani prima che sui massacri.”
“Come sarebbe più semplice vivere in un mondo che conferma i pregiudizi. Un mondo fatto di francesi supponenti, italianicorrotti, polacchi antisemiti, tedeschi filonazisti, serbi violenti eccetera. Ma il mondo è complesso, ti smentisce sempre, e c’è chi non lo tollera. Così c’è sempre qualcuno che vuole banalizzarti perché non regge la tua complessità. Qualcuno che ha bisogno di un nemico per esistere.”
“Si guardano attorno i serbi delle Krajine e dicono: mio dio, che cosa abbiamo fatto.”
La memoria: ecco il tema chiave. Se la Germania ha pilotato il suo allargamento è anche perché ha ammesso le sue colpe storiche, e questa ammissione l’ha resa leggera e meno ambigua anche in territori dove ha compiuto i peggiori stermini. L’Italia no. L’Italia continua a far finta di non essere stata fascista e di aver vinto la guerra. Invece è stata fascista eccome; e ha perso la guerra, proprio nelle mie terre. La Germania ha fatto dei suoi “giorni della memoria” il tempo della responsabilità e del pentimento. Da noi, la parolamemoria fa quasi sempre rima con autoassoluzione.
La pace di Dayton equivale a un riconoscimento implicito del principio della separazione etnica come strumento di pacificazione. La pace finisce col sancire la grande bugia dell’odio come causa della guerra, assolve politicamente coloro che su questa base hanno “ripulito” i territori, dà vita a un precedente pericolosissimo per altre aree “miste” come l’Istria o la Transilvania. In più, essa crea le premesse per una “semplificazione” – dunque per un’islamizzazione – di ciò che resta della Bosnia interetnica.
“Partire continuamente era l’ossessione di papa Wojtyła e il nomadismo è una malattia nazionale polacca. Non è solo la voglia di libertà dopo il comunismo. È anche il riflesso di un’antica claustrofobia, quella nata dal sapersi schiacciati da ingombranti vicini, Russia e Germania.”
“L’illusionismo analgesico dell’Occidente mi appare in tutta la sua demenza.”
“La parola detta viene prima, molto prima della parola scritta. Ha un ritmo che si sposa con l'andatura dell'uomo, che è un animale nomade imprigionato dalla modernità.”
“Se l’identità lombarda era una finzione, figurarsi quella celtica, con le ampolle e i druidi del Po.”
“Questa Italia fatta di pubblica povertà e privata ricchezza.”
“Stanno svendendo tutto in nome di uno sviluppo che rende infelice la gente. Questa infelicità io la chiamo `perdita traumatica del senso del luogo'.”