“Ne ho visti morire tanti, e se nessuno torna vuol dire che non ci si trovano male.”
“Credo nella giustizia divina ogni volta che muore un mio nemico.”
Me la svignai per non essere messo nell’orfanotrofio, cambiai rione e genere di vita. Dormivo nei portoni, o da qualche fornaio. D’estate giravo quasi nudo e d’inverno portavo una lacera giacca da uomo lunga fino ai piedi, mangiavo pesce crudo rimasto nelle reti a Mergellina, “cornicioni di pizza”, frutta caduta per amore o per forza dai carretti.
“Ogni padrone, piccolo o grosso, ha sempre l'aria di pensare che lui non ha fatto il sole perché i salariati ne usufruiscano senza pagarlo.”
“Nel matrimonio c’è poco moto, c’è vita sedentaria e perciò 'marito' significa in terra e in cielo svogliato, inappetente.”
“La vostra incapacità di ragionamento mitologico proviene dal vizio di spostare ogni questione sul piano materiale... non sapete immaginare niente.”
“Venere era l’amore fisico! Era sensuale come il grano è grano, come il fiume è fiume, come la rondine è rondine! Non era mai una sposa mentre cucina o rammenda o lava o canta o dorme; era eternamente una sposa mentre... ci siamo capiti.”
“Stiamo in società da tanti anni, formiamo una seria ditta di guai che non può fallire.”
“Vogliamo accertare se le Esperidi sono bionde o brune, che sostanza e colore hanno i loro volti enigmatici e i loro capelli.”
“In qualunque Monte di Pietà, se offrite il vostro cervello in pegno non ottenete una sovvenzione di mezza lira.”
“Un suono di campane andava e veniva; una leggera brezza scendeva, facendo riverenze, da Port’Alba; l’ombra dei tram che ripartivano per Secondigliano o per Marianella girava sulla piazza ritraendosi e allungandosi come una cappa di torero; i tralci di limoni intorno al banco dell’acquaiolo erano di un ronzante, sciamante giallo di vespa.”
“Giove ne fece di centomila colori. In casa: Giunone mia, regina mia, oggi vorrei spaghetti con le vongole e una melanzana imbottita, lavami quella tunica e spazzolami quei sandali; fuori, il diavolo a quattro. Iniziò con le dee superiori, poi scese alle ninfe intermedie.”
“L’indebolimento del cervello è una grazia di San Ciro medico... è l’etere, è il cloroformio, è l’anestetico principale mentre il destino e la sventura ci operano.”