“Ma quali rose rosse, ma quali bouquet di mammole?! Date retta a me: mazzi di scarpe. Questo è il desiderio inconfessabile di ogni femmina.”
“Son piccin, cornuta e brunasenza i tacchi sono nessuna,con i tacchi peggio vado,perché se scoreggio cado.Luca, ti amo ma ti è andata bucastasera ho preso le fave di fuca.”
“La palestra è anche un luogo di socializzazione. Si divide tutto. Attrezzi, macchine, verruche e funghi.”
“Il vero uomo è un po' come l'apparizione di un UFO. Tutte un po' ci credono, tutte un po' ne parlano, ma nessuna giurerebbe davvero di averlo visto.”
“Quando la malinconia di essere sole vi blocca il gozzo e non riuscite a mandar giù neanche un goccio di succo di frutta, fate così. Guardate i fidanzati o i mariti delle vostre amiche. Guardateli bene. E poi domandatevi se c'è ancora da piangere perché siete da sole.”
Dai giornali non si capisce nulla. Niente si capisce. Quando trattano di economia è come se parlassero in aramaico stretto. Tu apri il quotidiano e leggi: “RBS e SANTANDER a un passo da ABN. Golden share contro l’avanzata di GAZPROM. OPA di ENEL su SUEZ, alt di MINC sì di CONSOB”. Che uno pensa di avere il giornale al contrario. È tutto un kamasutra di sigle, abbreviazioni, non si capisce qual è il soggetto e qual è il complemento oggetto, cioè chi l’ha messo in quel posto a chi. Vanno avanti così per un bel po’ di tempo con GNAU del DRAU e l’OPA del MENG, poi una bella mattina sfogli il giornale e leggi una roba del tipo: “Siamo nei casini. Aumentiamo i mutui”. Aumentiamo predicato verbale, i mutui complemento oggetto. E noi? Dove ce lo prendiamo, moto a luogo? Non nel BRENT, nel GAP o nel GIP o nel FLAT, ce lo prendiamo molto più semplicemente e chiaramente nel... GNAU. A noi ci fanno capire soltanto quando da qualche parte c’è un buco enorme impossibile da rammendare. Allora, improvvisamente, smettono di parlare in sanscrito e usano il tono confidenziale. Ma io mi chiedo: l’OPA sullo SBRENG della PRAZ l’abbiamo mica fatta noi? E nel crac della SMUD con conseguente crollo del brand della GINGER noi c’entravamo qualcosa? Certo che no. Peccato che adesso abbiamo il mutuo della casa alle stelle, lo stipendio assolutamente stabile e la bile che ha superato i livelli di guardia.
“Smettiamola di credere che basti come siamo fatte dentro. Siamo noi che baciamo i rospi e quelli diventano principi. Non il contrario, purtroppo.”
Come comincia a parlare uno c’è subito l’altro che fa: “Guardi la devo interrompere subito”. Ma minchia!? Aspetta un minuto, infame. Il tuo rivale sta dicendo una boiata? E fagliela finire... sarà mica la prima boiata che senti nella vita! Tanto comunque quello che aveva cominciato a parlare mica molla! Di solito si incanta e ripete sempre la frase: “Mi faccia finire, mi faccia finire, mi faccia finire...!”. Gli parte il disco, il conduttore si aggiunge al coro e c’è quel bel crescendo dove non si capisce più niente e ciascuno dice quello che vuole.
“Gli uomini in casa sono come i peli in bocca: danno noia.”
“Vivere da cicala e trovarsi un marito formica che lavori per te.”
“Il punto G l’ha individuato un ginecologo tedesco, tale dottor Gräfenberg, un uomo che, mentre i suoi simili negli anni cinquanta volavano alto, avevano la testa presa nel progettare il primo viaggio sulla luna, ebbene lui la testa la teneva sprofondata da un’altra parte.”
Ho deciso che le parolacce non le dico più. Dico solo diamine, acciderba, ammappalo e, quando mi girano un po’: “Non farmi girare i mumbastic” e “Vaffa”. Vaffa lo dico perché non se ne può fare a meno, è come il telefonino, non esco mai senza.
I malesseri, i maschi, li sfondano. Trentanove di febbre e vedono già i ragni giganti camminare sulle pareti, sentono le voci dei profeti. Due linee di febbre e ritornano indietro di quarant’anni, e vogliono la mamma. Si spiaggiano sul divano e ogni tanto: “Ehhhhh...”. Emettono un lamento come se stessero tirando le cuoia, con l’occhio che dice: “Chiama il prete”. Deboli come Violetta nella Traviata un attimo prima che la tubercolosi se la porti via.
“C'è un tempo per ridere e un tempo per piangere. Un tempo per gioire e un tempo per soffrire. Un tempo per restare e un tempo per partire. Ma un tempo massimo per restare incinte. Dopo di che... ciao.”
“A me piacerebbe rinascereuomo solo per provare a fare la pipì in piedi. Berrei delle damigiane di Rocchetta e poi alé! Plin plin plon plon plan plan in continuazione. Sai che bello essere come voi maschi che potete scrivere il vostro nome sulla neve? Pensa che meraviglia: Lucianaaaaaaa... Littizzettoooooo... che se non c’è un campo di neve abbastanza grande devo andare a capo. E se mi reincarnassi in una bestia? Io ogni tanto ci penso. No perché noi magari ci sbattiamo, ci roviniamo la vita, ci facciamo un mazzo quadro, poi crepiamo e ci reincarniamo in un tafano. Bella sfiga. Metti che prima tu sei Naomi Campbell e poi trac mi ritorni in vita come una tenia. Secondo me la prendi male.”