“Avete fatto caso che l'ultima domenica di Carnevale i cimiteri sono un mortorio?”
Sulle lapidi dei cimiteri si leggono frasi di questo tipo: "Uomo di elevati sentimenti", "Animanobile e generosa", "Padre e sposo esemplare", "Spiritoeccelso", "Fulgido esempio di bontà". Dove saranno sepolti gli stupidi e i cattivi?
“Stanno nel grigio verno pur d'edra e di lauro vestitene l'Appia tristal le ruinose tombe.”
“Alla minima contrarietà, e a maggior ragione al minimo dispiacere, bisogna precipitarsi nel cimitero più vicino, dispensatore immediato di una calma che si cercherebbe invano altrove. Un rimedio miracoloso, per una volta.”
“I cimiteri sono pieni di persone insostituibili, che sono state tutte sostituite.”
Quando mi trovavo al cimitero, intento a leggere le lapidi della famiglia, sapevo appena compitarne le iscrizioni. Persino la mia interpretazione del loro pur semplice significato non era molto corretta, perché io avevo inteso quel «moglie del suddetto» come un riferimento lusinghiero all'innalzamento di mio padre a un mondo migliore; e se uno qualsiasi dei miei parentimorti fosse stato definito "sottoscritto", mi sarei senza dubbio formato un'opinione estremamente negativa di quel membro della famiglia.