“Chi ha un animo veramente e solidamente buono si sente gratificato al massimo nel riconoscere pubblicamente i meriti altrui: il rendere onore è già di per se stesso un onore, quando nasce da una pienezza e sovrabbondanza di stima nei confronti di chi lo riceve.”
“Perché un affermato professionista, messo in un gruppo, si comporta come un bambino di quattro anni?”
“I puntini di sospensione sono utili: esprimono incertezza, reticenza, imbarazzo, vaghezza… Il guaio qual è? Qualcuno esagera. E usa i puntini – tre, non uno di più e non uno di meno – per mascherare atteggiamenti inconfessabili. Forse per questo il segno è tanto popolare, da qualche tempo. Chi sono i Puntinisti? Individui che non hanno la costanza o il coraggio di finire un ragionamento. Raramente quest’orgia di puntini esprime un pensiero compiuto. Accompagna invece mezze ammissioni, spunti, sospetti, accenni, piccole vigliaccherie (non ho il coraggio di dire qualcosa, e alludo).”
“Una giusta quantità d’irrequietezza è utile. La capacità di cambiare restando se stessi è importante anche nel lavoro. Pensate a personaggi diversissimi come José Mourinho e Madonna, Martin Amis e Sean Penn, Bernard-Henri Lévy e Rita Levi-Montalcini: insopportabili, magari, ma non prevedibili. Non si tratta di semplice versatilità, che può rientrare tra i talenti di una persona. È una scelta, che si traduce in tre parole: evitare le repliche.”
“In provincia ci si ricorda, ci si conosce, ci si soccorre e ci si sorride. Gli eccentrici hanno uno spazio, i meritevoli un podio, gli egocentrici un palcoscenico: spesso sono le stesse persone.”
“Il cognome prima del nome è un indicatore psicosociale, come l’avambraccio sinistro sul tavolo mentre si mangia.”