“- Colombo: Ma come po' esse tutta 'sta cattiveria che ve portate dentro e de fori non se vede? Ma che c'avete?- Cesare: Ve posso risponde' co' 'na domanda? Voi chi siete? Voi, i preti, il PapaRe, che rappresentate?- Colombo: Diciamo... il potere?- Cesare: Sì, ma un potere che non esiste più. Voi farete pure questo processo per l'attentato alla caserma, ma in nome di quale legalità? In nome de che?- Colombo: In nome del PapaRe.- Cesare: Appunto. Perciò sapete che succederà in aula?- Colombo: No, nun lo so, dimmelo te.- Cesare: Che l'accusati diventeranno accusatori, e se rovesceranno le carte sur tavolino de la Storia.- Colombo: Embè, interessante, però non hai carcolato una cosa: er mazzo 'o famo noi, c'avemo tutti l'assi e, quanno nun ce l'avemo, baramo pure.”
“I politici - il potere stesso - sono abietti perché impersonificano semplicemente il profondo rispetto che le persone hanno per le loro proprie vite. Uno dovrebbe essere riconoscente ai politici di accettare l'astrattezza del potere, e sollevare gli altri dai suoi carichi. Questo inevitabilmente li uccide, ma loro hanno la loro rivincita passando ad altri il fardello del potere.”
“La ragione è una stazione di servizio in cui ci si rifornisce di potere.”
“L’incertezza, che dell’insicurezza è la causa principale, rappresenta di gran lunga lo strumento di potere più incisivo, anzi, la sua essenza stessa.”
La principale strategia di qualsiasi lotta per il potere consiste nello strutturare la posizione della controparte e “destrutturare” – ovvero deregolamentare – la propria.
“Il potere non unifica e non livella le differenze né verso l’alto, né verso il basso; il potere divide e oppone. Il potere è nemicogiurato e soppressore della simmetria, della reciprocità e della mutualità.”