“In Italia prevalse la retorica, la cui prima regola è l'orrore del particolare e la vaga generalità.”
Nei paesi anglosassoni uno che si spacciasse per elettore di un partito non essendolo, verrebbe considerato con spregio totale tanto dagli avversari quanto dai suoi. Da noi - non c'è niente da fare - la furbizia, che è una delle più spregevoli manifestazioni di assenza di talento, continua a sembrare una virtù. E dire "li ho fregati!" piace da matti, anche se è la voce del ladro a parlare.
“In Italia stiamo costruendo un castello di carta finanziario basato sulla cartolarizzazione del debito.”
“Il degrado civile del Paese è firmato dalla destra, ma la sinistra ne condivide la responsabilità.”
La pesante anomalia italiana è che ci siamo abituati a indignarci di meno perché avremmo robusti motivi per indignarci di piú. Le disuguaglianze evidenziate dalla crisi economica sono in Italia piú gravi che altrove. In questo regno della prevaricazione e dell’ingiustizia, ignorare i diritti costituzionali del cittadino è diventata la regola: e ogni lamento viene soffocato in nome della conclamata “mancanza di risorse”, della crisi economica e dell’esorbitante debitopubblico. Si tace però che questo deficit si è formato nel tempo non tanto per pagare servizi ai cittadini, quanto perché governi d’ogni colore hanno pervicacemente protetto una gigantesca evasionefiscale.
Nel peculiare caso Italia, destra e sinistra sembrano essersi tacitamente accordate nell’identificare lo “sviluppo” col profitto dei pochi e non col bene di tutti.