“Viviamo tempi drammatici e la sfida non è più tanto tra destra e sinistra ma tra apertura e chiusura.”
“Qualche certezza resta intatta. Fortunatamente o sfortunatamente, sia chiaro. Per esempio, la certezza che la sinistra italiana riesca a perdere le elezioni.”
“C’è democrazia senza i partiti?”
“Non è senza significato che tutte le esperienze totalitarie – di destra e di sinistra – abbiano avuto come proprio fulcro il Partito (un partito di mobilitazione e di amministrazione insieme, custode dell’ideologia e monopolista delle istituzioni). E che tutte si siano rette su un culto della personalità assoluto che saldava, appunto, gregarismo delle masse e senso di insostituibilità dei capi, bisogno di adorazione delle folle e megalomania degli individui.”
“Non poteva sopravvivere quel modello di partito – in quell’assetto – nell’epoca della interdipendenza globale e dell’esternalizzazione, dei sistemi reticolari a geometria variabile e della gestione sistematica dell’incertezza e della imprevedibilità. ”
“C'è la tendenza apparentemente contraddittoria dei partiti «rivoluzionari», «sovversivi», «antisistema» – dei «partiti di mobilitazione» – a generare al proprio interno gruppi dirigenti fortemente oligarchici. A diventare, per certi versi, i piú oligarchici di tutti: ed è il «carattere militante» del partito. Il suo essere «un’organizzazione di guerra» (sia pure a bassa intensità).”