“In certi posti e in certi tempi basta compiere il proprio lavoro onestamente per essere coraggioso. Anzi, l’onestà diventa una forma di eroismo perché ti espone al rischio, ti mette in evidenza rispetto a un ambiente moralmente corrotto.”
“In tempo di guerra, ricordiamolo, la verità è sempre la prima vittimainnocente a cadere. Su questo versante, niente di nuovo sul fronte occidentale. Un giornalista si muove sempre tra verità, false notizie e propaganda.”
“Dividere il mondo in bianco e nero, d’altronde, se può aiutare a semplificare, non facilita l’analisi. La realtà è sempre più complessa. Più vicina al grigio.”
“Essere stati contemporanei di uomini come padre Pino Puglisi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, averli conosciuti o anche solo ascoltati, ci rende, in qualche misura, responsabili della loro eredità.”
“Conoscere i percorsi di chi ha speso la propria vita per combattere il sistema mafioso, può sostenere una lotta che continua. Non si tratta solamente di un omaggio alla memoria. Certo, vi è anche questo. È il pagamento di un debito che non potrà mai considerarsi esaurito.”
“Una molla che faccia scattare la domanda determinante: a quale umanità vogliamo appartenere? A quella dei mafiosi o a quella degli uominiliberi?”
“Molti, se non tutti i protagonisti di questo libro, avrebbero probabilmente rifiutato l’etichetta di eroe. Alcuni lo hanno fatto quando tentavano, ancora vivi, di classificarli in questo modo. Percepivano in questa identificazione il rischio dell’isolamento e, più ancora, quello di vanificare un lavoro che avrebbero voluto proseguisse anche dopo la loro morte: solo a un eroe può venire in mente di combattere la mafia, non è certo un compito che spetta alla gente comune. Ecco il rischio insito nella parolaeroe. Eppure, esiste un rovescio della medaglia. Gli eroi sono anche coloro che possono essere proposti come modello. Possono essere imitati.”