“Piccoli progressi consentono al cervello la creazione di nuove connessioni nervose che stabilizzano le nuove conquiste realizzate. Passi eccessivi non consentono né un adattamento psicologico né cerebrale.”
“Il vero compito evolutivo della specie umana è quello di crescere instancabilmente, di acquisire e perfezionarenuovecapacità in termini motori, cognitivi ed emozionali. In questo modo uno svantaggio iniziale, l’immaturità, diventa un’opportunità infinita di adattamento all’ambiente.”
“La specie umana è «condannata» per tutta la durata del suo arco di vita a ultimare il proprio cervello, a completarne la creazione.”
“Una società demotivata condanna i suoi membri a non diventare mai padroni della propria vita.”
“Entrare in sintonia con le motivazioni intrinseche altrui, fare sentire le persone capaci, riconoscere le loro competenze e i loro progressi: tutto ciò ha effetti molto più potenti sulla motivazione che non il ricorso agli incentivi o all’autoritarismo. Avere fiducia nelle capacità altrui è un preciso comportamento, non una scommessa. Si può sempre attuare e dà i suoi frutti.”
“Esistono due tipi di demotivazione. Quella da basso senso di autoefficacia, che mi impedisce di raggiungere gli obiettividesiderati perché me li fa apparire impossibili. E quella da scarse capacità volizionali: qui so di poter raggiungere l’obiettivo «se volessi», ma non ho abbastanza disciplina, o non sono disposto a faticare per farlo. Se si vuole alzare la resilienza personale, cioè la capacità di far durare la propria automotivazione, bisogna lavorare su tutti e due i fronti: alzare il senso di autoefficacia, e aumentare le capacità volizionali (o capacità autoregolative). Il senso di autoefficacia si sviluppa attraverso le esperienze di successo: più successi ottengo, più mi sento bravo e capace, più sono motivato a fare. Un problema più sottile, però, si verifica quando permettiamo NON alle esperienze reali, ma ai nostri «sabotatori interni» di prevalere. I «sabotatori interni» sono processi cognitivi disfunzionali: sono credenze, convinzioni, interpretazioni della realtà false e/o limitanti a cui aderiamo in modo automatico. In questi casi il nostro senso di autoefficacia si abbassa perché ci sabotiamo da soli. Un auto-sabotatore che permea l’intera nostra cultura è l’aspettativa che sia possibile sfuggire eternamente all’incontro con qualsiasi tipo di disagio o di emozione negativa. Tale aspettativa in realtà ci porta a soffrire ancora di più. ”
“Facendo leva sul senso di competenza, sul piacere di farcela, possiamo ottenere dalle persone un impegnostraordinario.”
“Gli esseri umani si influenzano vicendevolmente per quanto riguarda lo stato emozionale.”
“Basta che una sola persona nel gruppo non si integri bene e provi stati d’animo negativi che tutto il gruppo ne risenta.”
“Il modello a cui tendere è quello di un atleta che diventa quasi allenatore di se stesso; e che si relaziona al tecnico come a un consulente da coinvolgere su precise problematiche, non cercando la mamma o il sergente di turno. È chiaro, si tratta di un comportamentopossibile solo per atletimaturi, evoluti. Ma non è un sogno irrealizzabile.”
“Tutti gli organismi viventi, di fronte agli stimoli ambientali, si adattano o muoiono: gli unici che contemplano una terza possibilità, quella di auto-commiserarsi, sono gli esseri umani.”
“Se l’esistenza dei motivatori istantanei rimane un mito, la presenza di tanti eccellenti demotivatori è invece una realtà conclamata, nello sport come nelle organizzazioni.”
“Sentirsi competenti è fonte di piacere e di emozioni positive. Questo piacere, a sua volta, stimola livelli più elevati di impegno: l’impegno sviluppa nuovi apprendimenti e nuove connessioni cerebrali oltre ad accrescere il senso di competenza. L’accresciuto senso di competenza produce nuovo piacere, dando origine a un circolo virtuoso motivazionale che stimoli o forme di manipolazione esterna non sono invece in grado di produrre.”
“L'uomo non si limiterà a sopportare: egli prevarrà. Lui è immortale, non perché unico tra le creature ha voce inesauribile: ma perché ha un’anima, uno spirito capace di compassione, di sacrificio e di perseveranza.”
“Le persone non sono stressate dagli eventi in sé, ma dal modo in cui li interpretano. La resilienza non è questione di spessore dell’epidermide o di robustezza delle cellule nervose: ma è funzione della nostra valutazione cognitiva, del nostro modo di vedere il mondo e di comprendere i fatti.”