“Trenta monaci e il loro abate non possono far ragliare un asino contro la sua volontà.”
“Sono naturalmente infingardo e lento nell'indagare autori che dicano quello che so dire da me medesimo senza la lor dettatura.”
“Vendette giuste non ne esistono.”
“Questa è la parte di un uomosaggio, conservarsi oggi per l'indomani, e non arrischiare tutte le sue uova in un cesto solo.”
“Pel soverchio leggere e per il poco dormire gli s'indebolì il cervello, e addio buon giudizio.”
“I peccatori di talento sono più vicini ad emendarsi che gli stolti.”
“Io bevo quando ne ho l'occasione, e spesso quando non ne ho occasione.”
“Dove regna l'invidia non può vivere la virtù, né dove sta la miseria può aver luogo la liberalità.”
“Ha pur il libro mio da mancare di sonetti al principio, almeno di quelli composti da duchi, marchesi, conti, vescovi, dame o poeti celebratissimi; benché se pregassi di ciò due o tre miei amici bottegai, io so che me li darebbero, e tali da non poter essere superati da quelli dei più celebri della nostra Spagna.”
“Un uomo non è da più di altro uomo, quando non fa più di un altro.”
“Le due parole fatali: il Mio e il Tuo!”
“Dove trovassi da mangiare a mio gusto io mangerei assai meglio in piedi e da me solo, che seduto a lato d'un imperatore: anzi per dire la verità, mi sa molto meglio quello che mangio in un cantuccio della mia casa senza tante smorfie e tanti riguardi, fosse anche soltanto pane e cipolla, che i galli d'India di altre tavole, dove bisogna masticar adagio, bever poco, pulirsi spesso, non istarnutire né tossire se ne vien voglia, né far altre cose lecite nella solitudine e nella libertà.”