“Dove c’è stata devastazione, il racconto ricostruisce una forma, ritesse i fili, ristabilisce i collegamenti spezzati. Il racconto è zattera in mezzo al naufragio, arca di Noè dopo il diluvio, tenerezza al posto dell’orrore, voce anziché silenzio, giustizia contro la violenza, ordine nel caos, argine all’oblio. La vita continua nel tempo del racconto.”
“Penso a te ogni giorno. Ogni mattina, quando apro i quotidiani, ogni volta che mi entusiasmo per qualcosa, quando devo prendere una decisioneimportante. Sono tante le cose che vorrei dirti, dovrei riempire un altro libro con tutto quello che ho dentro.”
“La complessità del mondo può essere spaventosa, ma l’esercizio del pensiero permette di tessere sottilissime reti d’oro da gettare sulla realtà per poterla abitare.”
“Amare il proprio lavoro costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra.”
“Il male senza pensiero è il piú pericoloso di tutti, perché è un male senza radici, dunque impossibile da sradicare.”
“Per un momento, hai visto la tua vita negli occhi. Con certezza, quasi con tranquillità. Come accade soltanto mentre arrampichi sulla scogliera assolata dei trent’anni, in certi attimi di presente intenso, totale.”
“Per i piú, il lavoro è un mezzo di redenzione e di elevamento … aspirazione a farsi strada per le proprie capacità. … L’impegno di chi entrerà tra non molto nella società del lavoro è proprio questo. Stabilire un’effettiva giustizia nell’interno del nostro sistema. Senza volerlo rovesciare. Perché al di fuori di esso non si sta certo meglio. … Entrare nel sistema non significa essere integrati: vuol dire, piuttosto, impegnarsi per lo sviluppo delle piú moderneidee. … È molto comodosostenere a paroleidee rivoluzionarie.”
“Le parole hanno una potenza dirompente, sono ciò che ci rende umani, vincono il tempo, la distanza, la morte.”
“Il piú delle volte bisogna scegliere tra una cattiva soluzione e una pessima, cercando di scampare alla tragica.”
“Il tempo è diverso, per i sopravvissuti. Il presente è sempre un dopo. La violenza – inaudita, insensata, improvvisa – spezza l’ordinenaturale delle cose. Quando c’è la morte non ci siamo noi. Fin quando non accade accanto a te, oppure qualcuno prova a distruggerti, o, addirittura, entrambe le cose. Dopo, la morte siede al tavolo e non si alza piú. Il sopravvissuto abita un mondo retto da una teoria della relatività speciale. Il tempo della distruzione è per sempre adesso, il resto è dopo. Dopo non sarà mai piú come prima. Un mondo governato dalle logiche non classiche degli incubi – è accaduto dunque accadrà ancora – o del senso di colpa – potevo evitarlo, potevo salvarti, potevo… È lungo e periglioso il viaggio per tornare nell’universo governato dall’ordine apollineo delle vere catene causali. Se pure riesci a tornarci da sveglio, se riesci a tornare a dormire, ecco, non sei al sicuro nel mondo dei sogni. La superficie dell’anima è un vaso ricomposto dai cocci. Per quanto accurato il lavoro di ricostruzione, passandoci il dito senti la traccia di crepe invisibili, le irregolarità dei punti di sutura che fanno male nei giorni di pioggia. Il sopravvissuto le nasconde con molta cura. Talvolta persino a se stesso. Il dopo è sapere l’orrorecreato da mani umane. Da chi? Perché? il sopravvissuto ha bisogno di saperlo. Domande antiche si levano contro il cielo, sempre le stesse, sin dalle pagine dei Salmi. Perché il malvagio prospera e l’innocente è ucciso? Perché il male? Perché? Solo la verità può ristabilire un ordine nelle cose, dove il senso è stato distrutto.”
“La gente non si ricorda. Oppure, se delle stragi una memoria resta, è qualcosa di distante, un soprammobile ingombrante e polveroso in un mausoleo. Qualcosa che non c’entra con il mondo che abitiamo, astratto e muto agli occhi di chi lo sfiora, si commuove o s’indigna un momento e poi, distratto, passa oltre.”
“Ogni persona dev’essere considerata sempre come fine e mai esclusivamente come mezzo.”
“Non c’è alcun dubbio: la bomba l’hanno messa loro. Chi siano, poi, questi fascisti, è molto meno chiaro.”
“Solenni ovvietà: cosí chiama tutte quelle cose terribili che «si sanno» ma senza conoscerle davvero.”
“Chi cresce attorno al vuoto e ne conosce il morsocerca di tessere una trama robusta e amorevole perché non vi cada piú nessuno.”