“Fabbricherò tutti i profumi che desiderate ma voi dovete insegnarmi a catturare l'odore di ogni cosa che esiste, potete farlo?”
“Vorrei quasi che fossimo farfalle e vivessimo appena 3 giorni d'estate, 3 giorni così con te li colmerei di tali delizie che cinquant'anni comuni non potrebbero mai contenere...”
“Tutti i confini sono convenzioni. In attesa di essere superati. Si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare. In momenti come questo, sento chiaramente battere il tuo cuore, come sento il mio. E so che la separazione è un'illusione. La mia vita si estende ben oltre i limiti di me stesso.”
“Un libro letto a metà è, in fondo, una storia d'amore incompiuta!”
“- Siete soddisfatto? Avete la vostra trama!- Forse non era una trama quella che cercavo...- No? Cosa allora?- Qualcos'altro che voi avete saputo darmi!- Che cos'è?- Il coraggio... di andare dove uno non vuole andare!”
“- Fanny Brawne: Potete dire qualcosa dell'arte della poesia?- John Keats: L'arte della poesia è una carcassa, un'impostura. Se la poesia non nasce naturalmente come le foglie su un albero, allora è meglio che non nasca affatto.”
“- Fanny Brawne: Ancora non so come comprendere una poesia...- John Keats: Una poesia deve essere compresa attraverso i sensi: lo scopo di tuffarsi in un lago non è di nuotare immediatamente a riva, ma restare nel lago, assaporare la sensazione dell'acqua. Non si comprende il lago, è un'esperienza al di là del pensiero. La poesia lenisce l'animo e lo incita ad accettare il mistero.”
“- Michael: Non sei invecchiata di un giorno!- Mary Poppins: Davvero?! Non si parla mai dell'età di una donna, Michael! Speravo di averti educato meglio!”
“Non sono un grande scrittore ma dalla prima volta che l'ho sentita questa storia mi ossessiona, mi consuma. Temo che se non la scrivessi non scriverei mai più! Temo che se la scrivessi potrebbe non essere buona quanto dovrebbe.”
“- John: Ho fatto un tale sogno stanotte, fluttuavo sopra gli alberi con le mie labbra unite ad una bellissima figura.- Fanny: Di chi erano le labbra? Erano le mie labbra?”