“Io non compro un singolo giornale, e nemmeno ne leggo uno al mese, e mi sento infinitamente felice di ciò.”
“Mai credere né agli specchi né ai giornali.”
“Se una mattina io camminassi sulle acque del fiume Potomac, i titoli del mattino seguente sarebbero: Il presidente non sa nuotara.”
“Non penso che tutti i rapporti dei servizi segreti siano scottanti. Alcuni giorni apprendo di più dal New York Times.”
“Ho appena letto che sono morto. Non dimenticate di cancellarmi dal vostro elenco degli abbonati.”
“Ogni pagina pubblicata in un giornalerispettabile dovrebbe avere una prefazione dell'autore che dichiara perché egli sta pubblicando l'articolo, e che valore vi vede in esso. Io non ho speranza che questa pratica sarà mai adottata.”
“Tutto quello che leggi sui giornali è assolutamente vero, eccetto per quella rara storia della quale ti capita d’avere una conoscenza di prima mano.”
“A che serve un giornale se non dice la verità e combatte per i diritti della gente?”
“I giornali stimolano sempre la curiosità: nessuno ne posa uno senza un sentimento di delusione.”
“Oggi i giornali hanno pubblicato una nuova statistica. A quanto pare tre persone su quattro sono il 75% della popolazione.”
“Ovunque la gente confonde ciò che legge sui giornali con le notizie.”
Dai giornali non si capisce nulla. Niente si capisce. Quando trattano di economia è come se parlassero in aramaico stretto. Tu apri il quotidiano e leggi: “RBS e SANTANDER a un passo da ABN. Golden share contro l’avanzata di GAZPROM. OPA di ENEL su SUEZ, alt di MINC sì di CONSOB”. Che uno pensa di avere il giornale al contrario. È tutto un kamasutra di sigle, abbreviazioni, non si capisce qual è il soggetto e qual è il complemento oggetto, cioè chi l’ha messo in quel posto a chi. Vanno avanti così per un bel po’ di tempo con GNAU del DRAU e l’OPA del MENG, poi una bella mattina sfogli il giornale e leggi una roba del tipo: “Siamo nei casini. Aumentiamo i mutui”. Aumentiamo predicato verbale, i mutui complemento oggetto. E noi? Dove ce lo prendiamo, moto a luogo? Non nel BRENT, nel GAP o nel GIP o nel FLAT, ce lo prendiamo molto più semplicemente e chiaramente nel... GNAU. A noi ci fanno capire soltanto quando da qualche parte c’è un buco enorme impossibile da rammendare. Allora, improvvisamente, smettono di parlare in sanscrito e usano il tono confidenziale. Ma io mi chiedo: l’OPA sullo SBRENG della PRAZ l’abbiamo mica fatta noi? E nel crac della SMUD con conseguente crollo del brand della GINGER noi c’entravamo qualcosa? Certo che no. Peccato che adesso abbiamo il mutuo della casa alle stelle, lo stipendio assolutamente stabile e la bile che ha superato i livelli di guardia.
I giornaliitaliani hanno imparato la parola "selfie" e ora la infilano nei titoli pure se si parla di deriva dei continenti.
“Ogni mattina vado in edicola e compro Penthouse e Avvenire. Avvenire lo uso per masturbarmi.”
“Una volta che un giornale si occupa di una storia, i fatti sono perduti per sempre, perfino per i protagonisti.”