“I numeri di telefono e gli indirizzi li annoto sul tacchino.”
“Zero, non volendo andar nudo, s'è vestito di vanità.”
“Togli da tutte le cose il loro numero e tutto andrà a perire.”
“I nostri nomi diventarono numeri. E con il tempo capimmo perché. I numeri non avevano volto. Erano molto più facili da affrontare.”
“Le cifre tonde sono sempre false.”
Nel sistema di numerazione romana C corrispondeva a 100, D a 500, M a 1000. Col crescere dei debiti e dei crediti fu introdotta una cornice aperta verso il basso che tracciata intorno a un numero ne moltiplicava il valore per 100.000. Livia lasciò |D|, quindi 50.000.000, di sesterzi a Galba ma suo figlio, l'imperatore Tiberio, erede dei rimanenti beni della madre, sostenne che |D| andava letto D, cioè 500, "Quia notata non perscripta erat summa", perché la somma non era scritta in lettere. Galba ricevette quindi 500 sesterzi. Capito perché negli assegni e nei vaglia dovete scrivere il numero in cifre e in lettere?