“C’è un trucco. Diciamo che sei povero e muori di fame, come noi. Be’, puoi decidere di farti nominare più volte in cambio di tessere. Ogni tessera vale una piccola fornitura annuale di cereali e olio per una persona. Puoi farlo anche per gli altri membri della tua famiglia. Così io, a dodici anni, ho avuto quattro nomine. Una perché dovevo e tre per le tessere, per me, per Prim e per mia madre. L’ho dovuto fare tutti gli anni. E le nomine sono cumulative. Così adesso, a sedici anni, il mio nome comparirà venti volte. Il nome di Gale, che ha diciotto anni e ha aiutato – per non dire sfamato – da solo una famiglia di cinque persone per sette anni, sarà ripetuto per quarantadue volte fra quelli sorteggiabili.”
“Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.”
“Non possiamo mai dire: le cose vanno bene. Semmai: le cose non vanno male. Dobbiamo essere paranoici. Il percorso è difficilissimo. Siamo dei sopravvissuti e l'onore dei sopravvissuti è sopravvivere.”
“Etica, morale, diritti umani? Cose di lusso per noi che conosciamo solo il passaggio di riso e fagioli. La nostra etica è una sola: tentare di non crepare. Che cosa valgono tutti i princìpi che non sanno darci da mangiare? La vita viene prima di tutto.”
“Lasciami dire qualcosa su di me. Sono cresciuto nella sofferenza e non so proprio come vivere bene, io so solo come si soffre, capisci? Questo è il modo in cui voglio stare. Cos'è la bella vita per gli altri? Non è ciò che io chiamo vita. Ciò che io chiamo vita è quando mi sveglio al mattino e mi preparo una piccola tazza di tè. E sopravvivo. Proprio non so come si va a vivere alla grande.”
“Quando la tua stessa vita è in pericolo, la pietà nei confronti degli altri lascia il posto a una tremenda, egoistica fame di sopravvivenza.”