“- Ricky: Io appena sveglio devo prendere una spremuta di pompelmo doppia per bruciare i grassi.- Barabba: [guardandogli la pancia] Ma perché, te bruci grassi?- Ricky: Vabbè, si fa per dire...”
“Decidere che cosa mangiare (e che cosa rifiutare) è l’atto fondante della produzione e del consumo che determina tutti gli altri. Sceglierevegetale o animale, agroindustria o fattoria a gestionefamiliare, non cambia il mondo di per sé, ma insegnare a noi stessi, ai nostri figli, alla comunità in cui viviamo e alla nostra nazione a optare per la coscienza invece che per la comodità può farlo. Una delle maggiori opportunità di vivere i nostri valori - o di tradirli - sta nel cibo che mettiamo nei nostri piatti. E vivremo o tradiremo i nostri valori non solo come individui, ma come nazioni. Il nostro retaggio ci trasmette cose migliori che chiedere prodotti a basso costo. ”
“[Ho in mente l'immagine di] Kafka in piedi di fronte ai pesci all’acquario di Berlino, quei pesci su cui cadde il suo sguardo con pace ritrovata dopo aver deciso di non mangiare più animali. Kafka riconobbe quei pesci come membri della sua famiglia invisibile; non come suoi pari, certo, ma come esseri viventi di cui gli importava.”
“Perché un arrapato non ha il diritto di stuprare un animale mentre un affamato ha il diritto di ucciderlo e mangiarlo? È facile liquidare la domanda, ma è difficile darle una risposta.”
“Che si parli di pesci, maiali o di altri animali, questa sofferenza è la cosa più importante al mondo? Ovviamente no. Ma non è questo il punto. È più importante del sushi, del bacon o delle crocchette di pollo? Questo è il punto.”
“Che mondo creeremmo se tre volte al giorno la nostra compassione e la nostra razionalità intervenissero mentre ci sediamo a tavola, se avessimo l’immaginazionemorale e la volontà pratica di cambiare il nostro atto di consumo più essenziale?”