“Sono già stato morto una volta. È molto liberatorio: c'è da pensarci come a una terapia.”
“Presto avremmo sentito puzza di carne bruciata, l’unica cosa che speravamo tutti è che fosse quella dei nemici e non la nostra.”
“Sulla faccia gli era rimasta un’espressione di paura e dolore che non gli avevo mai visto prima. La sua maglietta con le colombe era bucata dai proiettili e piena di sangue. Teneva il suo cappello da macchinista ancora stretto tra le mani. La posizione del corpo era scioccante: per morire si era messo come i neonati, le ginocchia al petto, stringendosi tutto. Si capiva che negli ultimi istanti doveva aver sentito un doloreforte. Gli occhi erano spalancati e gelidi, conservavano una paura disperata che si trasformava in una specie di domanda: «Perché mi sento cosí male?»”
“Non credo che con la morte finisca tutto: noi siamo dei veicoli di creatività per i nuovi esseri umani, noi siamo un infinitesimo lato della gran luce di Dio.”
“Una volta il medico era come un cecchino: al massimo ne faceva fuori uno alla volta. Poi è arrivata la Mutua ed è come se gli avessero messo in mano una mitragliatrice. Una strage.”
“La cultura sacrificale è morta [...] abbiamo smesso di riconoscerci nell'obbligo di vivere per altro che per noi stessi.”