“Viviamo in un secolo di urlatori, in cui anche la crociata contro l'urlo non si può fare che urlando.”
“L’angoscia prevalente dei genitori ipermoderni è quella di essere sufficientemente amati dai loro figli. Si tratta di un’aberrazione generazionale.”
“Nel nostro tempo il libro come oggetto rischia di essere trasformato in un file anonimo e le librerie, dove era bello perdersi, in pezzi da museo delle cere del Novecento.”
“Nell’epoca dell’indebolimento generalizzato di ogni autorità simbolica è ancora possibile una parola degna di rispetto?”
“La dimensione dell’esperienza è totalmente evasa da un sapere pret-à-porter, sempre a disposizione, che, di fatto, genera anoressie mentali, rigetto della ricerca del sapere nel nome di una sua acquisizione senza sforzo. Tanto il soggetto sembra staccarsi dalla pratica lenta della lettura, tanto appare perennemente connesso al grande Altro della rete che promette un sapere sempre immediatamente disponibile.”
“In questo contesto la parola perde peso e viene ridotta a un suono privo di senso. La crisi della Scuola coincide in tal senso con una crisi piú profonda della parola. È un altro tratto paradossale del nostro tempo: la parola circola ovunque rivelando il suo carattere inflazionato.”