“Erano le Olimpiadi di Roma del 1960 e mi trovai, come sottosegretario, a mediare le richieste dei pescatori di cozze del golfo di Napoli che, essendo sede delle gare di regata velica, doveva essere temporaneamente interdetto alla pesca. La situazione che si presentò fu paradossale, perché da un lato i pescatori di cozze presentavano una situazione di miseria estrema, che sarebbe stata aggravata dalla mancanza dei guadagni per la loro mancata attività, dall'altra, quando si arrivò a parlare di rimborsi, presentavano richiesteeconomiche esagerate per i mancati introiti che il fermo avrebbe comportato.”

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Giulio Andreotti
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Nato 14 gennaio 1919 a Roma
Morto 6 maggio 2013

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“C'era una volta un maestro di lotta che conosceva 360 finte e mosse. Il maestro aveva particolarmente preso a benvolere uno dei suoi allievi al quale, nel corso del tempo, ne insegnò 359. Tuttavia, nonostante le insistenze del discepolo, rifiutò sempre di insegnargli la trecentosessantesima mossa. I mesi e gli anni passarono e il giovane divenne tanto bravo nell'arte della lotta da superare chiunque osasse sfidarlo. Un giorno si vantò pubblicamente di essere così bravo da poter battere, se non fosse stato per il rispetto dell'età e per la gratitudine che provava per quello che gli aveva insegnato, persino il suo maestro. Il Sultano, venuto a conoscenza della cosa, si indignò tanto che ordinò fosse organizzato un incontro al cospetto dell'intera corte. Al suono del gong il giovane, urlando, si buttò con foga contro il maestro... per trovarsi di fronte alla trecentosessantesima mossa, quella che non conosceva. Fu scagliato a terra dal vecchiomaestro e tutti applaudirono fragorosamente. Quando il Sultano chiese al maestro come era riuscito a battere un avversario così forte, il maestro confessò che aveva tenuto per sé una tecnica segreta, giusto per i casi di emergenza, facendo tesoro di quanto gli aveva detto, anni addietro, il suo maestro di tiro con l'arco, che aveva la brutta abitudine di insegnare tutto quello che sapeva: 'Non c'è nessuno di quelli a cui ho insegnato a tirare con l'arco - si lamentava il poverodiavolo - che non abbia, prima o poi, tentato di usarmi come bersaglio'.”

~ Cit. Ralph Siu


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