Non si tratta di riconoscere l’altro come un mio simile, ma della mia capacità di farmi simile all’altro. [...] Mi piacedefinire questo potere della comunicazione come "prossimità".
“Riuscire a scamparla quando parlo con qualcuno facendo finta di averlo riconosciuto, e in realtà non avendo la minima idea di chi cazzo sia. Se riesco ad andar via sapendo di essere riuscito a non far capire che non so assolutamente chi sia, sono molto soddisfatto di me stesso.”
“Non dobbiamo mai dimenticare che l'umanità è una grande fratellanza. Siamo tutti nati per soffrire e per relazionarci gli uni agli altri.”
“Non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto gli altri dentro di te?”
“Perché, appena insieme, l'uno di fronte all'altro, diventiamo tutti tanti pagliacci? Scusi, no, anch'io, anch'io; mi ci metto anch'io; tutti! Mascherati! Questo un'aria così; quello un'aria cosà... E dentro siamo diversi! Abbiamo il cuore, dentro, come... come un bambino rincantucciato, offeso, che piange e si vergogna!”
“L'idea che la mente di una persona sia accessibile a quella di un'altra è soltanto una finzione verbale, un modo di dire, un'ipotesi che fa sembrare plausibile una specie di scambio tra creature fondamentalmente estranee, quando invece il rapporto tra due persone è, in ultima analisi, insondabile.”