“Il lenzuolo si è gonfiato. Dapprima senza ostentazione, brezzamarina, regolare dolcezza degli alisei, tonda vela nel cuore del Pacifico, il lenzuolo si gonfiava, prese le dimensioni di una mongolfiera, quindi una deflagrazione scagliò Angelin due passi indietro. Dopodiché si udì la tromba. Il mio malato scoreggiava! Ecco cosa succedeva. Finalmente cacciava fuori l’aria, perdio! Tutta in una volta. La scoreggia del secolo! La tromba della carica. Un mese di uraganoliberato! Sturato! Salvo! La tromba lasciò il posto alla trombetta, che si fece oboe, l’oboe si affinò in flauto, il flauto si assottigliò in piffero, il tutto in tante piacevoli circonvoluzioni consentite dai sei metri e cinquanta di intestino collegati a un grosso colon che si sfoga.”
“Mentre con divozion stava parlando suor Cherubina con fra Galeazzo, per disgrazia la madre starnutando cacciò un peto dal cul con gran schiamazzo. Il frate a quel saluto diè rimando e le rispose in fretta: qualche cazzo. La monaca turbossi e l'ebbe a male. Utrum se questo fu caso papale?”
“Alla maggior parte della gente piaceleggere la propria scrittura e annusare la puzza dei propri peti.”
“Mai confessare una scoreggia in pubblico. È una legge non scritta: il piú rigido fra i protocolli dell’etichetta americana.”
“Mia moglie non è più romantica come un tempo. Ieri sera, al chiaro di luna, le ho regalato una rosa rossa. Poi lei ha rifiutato di fare una gara di scoregge.”
“Donne e scoregge scappano anche se non vuoi.”